Rinnovabili

“Valuing plastic” evidenzia come le imprese minacciano l’ambiente

"Valuing plastic" (Rinnovabili.it) – E’ l’utilizzo di plastica da parte delle imprese ad avere il maggiore impatto in termini di costi ambientali. Lo rivela uno studio delle Nazioni Unite che ha calcolato questo costo il 75 miliardi di dollari specificando che la responsabilità maggiore va attribuita al settore alimentare.

Il documento presentato oggi a Nairobi Valuing plastic redatto dal Plastic Disclosure Project si è occupato di valutare l’impatto ambientale e sociale dell’utilizzo delle plastiche nelle imprese e calcolando il costo finanziario del fenomeno per le imprese e per l’ambiente.

Secondo al settore alimentare per costo finanziario del consumo di materiali plastici l’industria delle bevande, con un 12% specifica il rapporto che mette in chiaro i costi del capitale naturale sostenuti dalle materie prime provenienti da diversi settori. Oltre il 30% di questi costi, chiarisce il documento, deriva direttamente dalle emissioni di gas serra prodotte a monte dall’estrazione di materie prime fino alla successiva produzione di materiali plastici.

 

“Alcuni impatti sono tossici, alcuni rendono inutilizzabili i terreni, altri provocano la morte degli animali, ecc,” ha dichiarato Andrew Russell, direttore del Plastic Disclosure Project. “Evitare che la plastica entri nell’ambiente eliminerà molti di questi effetti”, ha continuato. “Fare in modo che ci sia una percentuale molto elevata di materiale riciclato nel prodotto o sulla confezione, e assicurandosi che la plastica venga riciclata una volta a fine vita, avranno un enorme impatto favorevole”.

 

All’altra estremità della catena di approvvigionamento, l’inquinamento marino ha sostenuto un costo del capitale naturale di almeno 13 miliardi di dollari, dice il rapporto. Articoli per la casa di breve durata, abbigliamento e accessori sono i settori responsabili del maggior costo del capitale naturale a carico dell’oceano per il loro impiego di materiali plastici. La plastica risulta infatti ancora oggi una delle maggiori minacce per i mari, per la loro flora e fauna. “Ci complimentiamo con le sempre nuove ricerche nel campo, ma tutto questo serve a ricordarci ogni giorno di più che la plastica non appartiene all’oceano, e che dobbiamo agire ora per tenerla fuori da qualsiasi ambiente” ha specificato Russel.

A danneggiare l’ambiente è anche la poca chiarezza che accompagna alcuni settori di produzione, ha concluso Russel riportando l’esempio del comparto per la produzione di calzature e giocattoli, dei quali non è ben chiaro l’impatto a causa delle poche informazioni rilasciate.

Exit mobile version