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USA: VW immagazzina 350.000 auto diesel in attesa di ridurre le emissioni

Dopo il Dieselgate, il produttore tedesco sta riacquistando i veicoli truccati e immagazzinandoli in immensi parcheggi: alcuni saranno distrutti, altri aggiornati e reimmessi sul mercato

auto diesel
(Foto di REUTERS/Lucy Nicholson)

 

Entro il 2019 la Volkswagen dovrà aver riacquistato 500mila auto diesel

(Rinnovabili.it) – Immensi campi coperti da auto diesel si scaldano sotto il sole statunitense. Con le loro carrozzerie colorate e i vetri luccicanti disegnano dall’alto strani puzzle geometrici. I veicoli parcheggiati sono migliaia ma hanno tutti due cose in comune: sono a marchio Volkswagen e sono stati immessi sul mercato dotate di software per contraffare le emissioni. A due anni e mezzo dallo scandalo che coinvolse il gruppo automobilistico, la situazione è tutto tranne che derubricata. E mentre in Australia si prepara la prima class action, negli Usa la casa tedesca è impegnata a fare un po’ di pulizia, dopo le condanne arrivate lo scorso anno.

 

Il colosso di Wolfsburg aveva già promesso di pagare un importo pari a 4 miliardi di euro a cui sommano oggi i soldi spesi per risarcire clienti americani: altri 21 miliardi di euro. Parte di queste risorse servono a riacquistare i veicoli contraffatti. Il piano dell’azienda prevedere di ritirare negli USA circa 500mila auto diesel nel prossimo anno e mezzo (le stime del dieselgate parlano di 11 milioni di veicoli venduti a livello mondiale con il software fraudolento). In realtà i primi 350mila sono stati già recuperati e ora attendono la loro sorte in 37 giganteschi parcheggi sparsi nel Paese. I lotti includono uno stadio di calcio nella periferia di Detroit, un’ex cartiera del Minnesota e un deposito nel deserto vicino a Victorville, in California.

 

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Alcuni veicoli saranno direttamente distrutti ma per molti di loro si parla di una seconda vita, previo aggiornamento tecnologico per conformare il livello di emissioni alla normativa americana. “Questi veicoli vengono immagazzinati in maniera provvisoria e mantenuti regolarmente in modo da assicurarne l’operatività e la qualità a lungo termine, in modo che possano essere restituiti al commercio o esportati una volta che le autorità di regolamentazione statunitensi approveranno le opportune modifiche al sistema emissioni”, ha affermato, la portavoce di VW, Jeannine Giniva. La casa automobilistica è costretta a riacquistare o modificare almeno l’85% dei veicoli entro giugno 2019, pena una nuova maxi multa per le emissioni.