Nel 2017, l’amministrazione Trump aveva aperto la riserva naturale Artic National Wildlife Refuge all’esplorazione petrolifera
(Rinnovabili.it) – Nessuna trivellazione nelle aree protette dell’Alaska quest’anno: con una decisione ufficiale, lo scorso 7 febbraio, il Dipartimento degl’Interni statunitense ha annunciato che per tutto l’inverno 2019 non verranno effettuati test sismici in missioni esplorative di ricerca di petrolio e gas naturali nell’Artic National Wildlife Refuge, una vasta zona costiera nel Nord dell’Alaska, affacciata sul mare di Beaufort.
Nello scorso autunno, il Governo USA ha vagliato seriamente l’ipotesi di inviare sul territorio, terra natia di orsi polari e meta di migrazione dei Caribou, una flotta di mezzi pesanti per avviare una missione esplorativa alla ricerca di gas naturali e idrocarburi: sotto la superficie incontaminata dell’Artic National Wildlife Refuge, infatti, lo U.S. Geological Survey (USGS) ha stimato la presenza di giacimenti che garantirebbero oltre 10 miliardi di barili di petrolio.
L’annuncio rappresenta una vittoria parziale per le associazioni ambientaliste: fonti vicine alla compagnia d’estrazione che verrebbe incaricata delle missioni esplorative, la SAExploration, parlano di una richiesta di rinvio delle operazioni, presentata dalla stessa compagnia, solo fino al prossimo dicembre. Le ricerche possono essere effettuate solo d’inverno, quando lo spesso strato nevoso consente ai pesanti automezzi di non affondare nelle paludi tipiche della tundra.
>>Leggi anche Trump smantella il sistema di controllo sulle trivellazioni off shore<<
La decisione di aprire la riserva naturale alle esplorazioni petrolifere è arrivata nel 2017, con l’insediamento del Governo Trump. Il Bureau of Land Management, l’organo dipartimentale che gestisce i permessi di trivellazione negli USA, ha comunque annunciato l’intenzione di mettere in vendita concessioni per attività nell’area già a partire da quest’anno.
Circa trent’anni fa, la zona era già stata oggetto di ricerche petrolifere, condotte all’epoca con sistemi a basso impatto (senza trivellazioni di sorta). Alle preoccuazioni delle sigle ambientaliste, che vedono nell’arrivo delle carovane esplorative un rischio per le specie animali di grande taglia e per il delicato equilibrio della tundra, la SAExploration ha risposto che l’attività di esplorazione non dovrebbe lasciare “cicatrici” permanenti nell’ecosistema.
“Si tratta di un’importante vittoria nella lotta per proteggere questo luogo sacro – ha commentato Micheal Brune, direttore esecutivo del Sierra Club, una delle principali associazioni ambientaliste degli Stati Uniti – Non ci fermeremo fin quando l’Artic National Wildlife Refuge non sarà completamente e permanentemente un’area protetta”.