(Rinnovabili.it) – Analizzare l’intero ciclo di vita del latte per calcolarne le emissioni di anidride carbonica e la relativa fonte di provenienza. È questo l’oggetto della ricerca condotta dall’Innovation Center for the U.S. Dairy che, nell’ottica di ridurre le emissioni del settore lattiero-caseario statunitense, ha portato alla messa a punto di 2 software concepiti per sensibilizzare tutti gli operatori coinvolti sulle emissioni prodotte e le soluzioni per ridurle. Come spiegato anche dal presidente del Centro di ricerca statunitense, Barbara O’Brien, l’obiettivo è quello di aiutare le aziende del settore nell’adozione di pratiche sostenibili che possano migliorare le loro prestazioni ambientali e facilitare il raggiungimento dell’obiettivo al 2020: ridurre del 25% le emissioni di carbonio. Nell’analisi del ciclo di vita del latte sono stati presi in considerazione tutti i fattori principali, dal problema dei gas prodotti dalle mucche negli allevamenti, agli imballaggi, al refrigeramento nei vari punti vendita. Dei 2 software messi a punto, uno (Dairy Plant Smart) si rivolge alle aziende che processano il latte liquido affinché possano ridurre i consumi energetici degli impianti utilizzati per la produzione o per il refrigeramento e per stimolare l’adozione di packaging più “verdi”; l’altro (Dairy Fleet Smart), invece, si concentra sul trasporto del latte e mira, infatti, alla diffusione di pratiche che possano ridurre il consumo di carburante e migliorare l’efficienza delle prestazioni. Secondo le stime dell’Innovation Center, l’adozione collettiva di buone pratiche potrebbe a risparmi significativi: 45-50 milioni di dollari all’anno nei consumi energetici e 57 sul carburante.