Rinnovabili • Rinnovabili •

Usa, la CO2 si cattura con i polimeri

Con un materiale solido a base polimerica un team di scienziati statunitensi è riuscito a registrare elevati livelli di cattura della CO2

(Rinnovabili.it) – Potrebbe arrivare dagli Stati Uniti quella che è stata definita come la nuova arma per combattere il rilascio di anidride carbonica. Un team di scienziati statunitensi ha dichiarato infatti di aver scoperto un metodo altamente efficiente per rimuovere la CO2 dalle ciminiere e dagli impianti che ne producono durante le attività. I ricercatori della University of Southern California, scrivendo sul Journal of American Chemical Society, dicono di aver ottenuto alcuni dei livelli più alti mai registrati in quanto a capacità di rimozione di anidride carbonica.

I metodi di rimozione della CO2 dall’atmosfera esistenti, così come dalle ciminiere e dalle altre fonti, sono ad alta intensità energetica, non funzionano in maniera ottimale e presentano diversi inconvenienti secondo quanto riferito dagli esperti. I ricercatori per i loro studi si sono concentrati su materiali solidi con alla base polyethylenimine, un materiale polimerico facilmente reperibile e poco costoso, raggiungendo livelli di cattura dell’anidride carbonica in presenza di alti tassi di umidità mai registrati prima.

A seguito della cattura della CO2, hanno riferito i ricercatori, il materiale rilascia facilmente quanto accumulato e permette di riutilizzare il gas serra per altre applicazioni, per la produzione di altre sostanze o permette di rimuoverlo definitivamente dall’ambiente. Una volta pulito il materiale di cattura può essere facilmente riutilizzato o riciclato senza perdere le proprie capacità né l’efficienza. Il team ha inoltre suggerito come tale materiale possa essere utile sui sottomarini, nelle ciminiere o fuori, in aperta atmosfera, dove si potrebbe ripulire l’aria dall’inquinamento dovuto all’anidride carbonica che viene da fonti di piccole dimensioni come la circolazione delle automobili o il riscaldamento domestico, che rappresentano circa la metà dell’inquinamento prodotto dalle attività antropiche.