(Rinnovabili.it) – Il tempo meteorologico potrebbe essere molto meno sensibile alla CO2 di quanto si pensa. A rivelarlo uno studio pubblicato sulla rivista Science Climate Sensitivity Estimated from Temperature Reconstructions of the Last Glacial Maximum che riduce notevolmente la gravità delle previsioni catastrofiche contenute nel recente rapporto dell’Ipcc nel quale si descrivono le conseguenze del climate change.
Il nuovo documento afferma infatti che il riscaldamento globale e l’accumulo di CO2 sono una realtà, ma il raddoppio dei livelli di anidride carbonica previsti potrebbero non essere così pericolosi per il Pianeta.
“La particolarità dello studio consiste nell’aver accorpato un modello climatico semplice, ma di ultima generazione, che include una varietà di fattori che possono influenzare il clima tenendo in considerazione anche i dati delle tabelle riguardanti le temperature aggiornate del mare e della superficie terrestre per riuscire a stabilire quale potrebbe essere il fattore di variazione e di risposta del clima alla CO2 in relazione alla temperatura” ha dichiarato Antoni Rosell Melé dell’istituto di Scienza e Tecnologia Ambientale dell’Università Autonoma di Barcellona.
Oltre a prendere in considerazione i dati climatici degli ultimi 150 anni i ricercatori si sarebbero infatti basati anche su dati paleoclimatici, ovvero relativi alle condizioni presenti sulla Terra ben 21mila anni fa, che mostrerebbero rischi meno pesanti rispetto a quanto previsto dalle indagini degli ultimi rapporti sul clima. I ricercatori guidati dal professor Andreas Schmittner della Oregon State University avrebbero infatti scoperto che quando l’uomo non poteva avere nessuna influenza sul rilascio di CO2 la temperatura non era così tanto più inferiore. Da qui la certezza che il raddoppio dei livelli di anidride carbonica rispetto all’epoca preindustriale porterà ad un innalzamento della temperatura globale di 1,7 massimo 2,6 °C, ovvero meno rispetto a quanto dichiarato dall’Ipcc (2-4,5 °C).