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Negli USA il meteo converte gli scettici climatici

(Rinnovabili.it) – La maggior parte degli americani collega le variazioni meteorologiche al riscaldamento globale. Lo evidenzia un sondaggio condotto dall’Università di Yale in collaborazione con l’Università George Mason, riscontrando che il 74% degli intervistati crede che il global warming stia influenzando il meteo. Ad affermarlo, rivela il sondaggio sarebbe il 5% in più degli americani rispetto al marzo dello scorso anno, quando vennero poste le stesse domande ad un medesimo campione di americani.

Il 73% degli intervistati ha infatti attribuito al cambiamento climatico la causa dell’estate torrida che ha colpito gli States, temperature che da anni continuano a crescere mettendo in difficoltà la popolazione. “Il tempo estremo sta chiaramente avendo un grave impatto su milioni di americani, anche se gli effetti sono diversi nelle diverse parti del paese”, ha specificato il ricercatore Edward Maibach della George Mason University.

 

L’indagine ha rilevato la maggior parte degli abitanti del Midwest – il 71 per cento – ha detto che gli eventi meteorologici estremi hanno causato più danni alle colture nel corso degli ultimi decenni; l’83 per cento ha detto di avere personalmente percepito un’ondata di temperature elevate mentre l’81 per cento ha dichiarato di aver sperimentato la siccità nel corso dell’anno passato.

La maggioranza degli abitanti del sud, il 56%, ha rilevato che la situazione è andata peggiorando nel tempo mentre il 40% degli abitanti del nord-est ha notato che gli episodi di siccità stanno diventando sempre più comuni mentre il 49% ha fatto notare l’aumento degli incendi boschivi a causa del clima torrido.

 

Ma a notare i cambiamenti maggiori negli Stati Uniti è il Midwest, dove l’intensa calura estiva accompagnata dalla siccità è considerato il periodo più duro da oltre mezzo secolo. A confermarlo anche la National Oceanic and Atmospheric Administration che ha confermato come l’estate 2012 sia effettivamente stata la più calda registrata dal 1936. Ad aggravare la situazione anche il mese di settembre appena terminato, che ha fatto registrare una temperatura più elevata rispetto agli standard con la preoccupazione però che un inverno nevoso possa danneggiare le coltivazioni e portare frane e smottamenti.

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