Rinnovabili

Usa e Canada dicono mai più trivelle nell’Artico

Usa e Canada dicono mai più trivelle nell'Artico

 

(Rinnovabili.it) – Nelle sue ultime settimane alla Casa Bianca, il presidente Obama sta prendendo una serie di decisioni per rafforzare la sua eredità ambientale. L’ultima riguarda le trivelle nell’Artico. Dopo aver messo in campo una moratoria di 5 anni, Obama ha bandito indefinitamente ogni estrazione di idrocarburi nella maggior parte delle aree sotto giurisdizione americana. Una mossa che punta a impedire che il suo successore, Donald Trump, possa invece sfruttare quei giacimenti.

Sono così state dichiarate off-limits alle trivelle l’intera porzione americana del mare di Chukchi e la maggior parte del mare di Beaufort. Non significa che i (pochi) impianti estrattivi che oggi sono in funzione debbano chiudere, ma viene impedito che in futuro possano essere rilasciate nuove autorizzazioni. Inoltre, Obama ha bandito alle trivellazioni anche 31 canyon al largo della costa atlantica. In entrambi i casi, le motivazioni addotte sono la protezione della biodiversità e in particolare dei mammiferi marini, delle risorse ecologiche e delle popolazioni indigene. Anche il Canada ha fatto un passo nella stessa direzione: ieri ha annunciato che bloccherà nuove trivellazioni nelle zone artiche di sua competenza.

 

Usa e Canada dicono mai più trivelle nell'ArticoPer blindare queste decisioni, Obama si è servito di una legge che risale al 1953, l’Outer Continental Shelf Lands Act. La particolarità di questa norma è che non prevede in nessun caso che si faccia marcia indietro: una volta che una porzione di territorio viene dichiarata protetta sotto questa legge, non si può cancellare l’atto legale. Se Trump vorrà aprire di nuovo l’Artico alle trivelle, quindi, dovrà spendere anni in difficili controversie legali.

Il bando alle trivelle nell’Artico, però, non è semplicemente una misura ambientalista, così come l’eredità ambientale di Obama, a guardarla da vicino, presenta più ombre che luci. Infatti da tempo tutte le principali compagnie degli idrocarburi hanno iniziato ad abbandonare l’Artico, sia nel settore americano che in quello europeo. I motivi sono squisitamente legati ai soldi: trivellare in quelle condizioni climatiche e ambientali è difficile e costa troppo, gli investimenti non vengono ripagati abbastanza in fretta e, a conti fatti, per le Big Oil sembra più saggio andare ad estrarre altrove. Già oggi le grandi compagnie hanno abbandonato l’80% delle concessioni che avevano avuto a partire dal 2008.

Exit mobile version