(Rinnovabili.it) – Il recupero di metalli preziosi dai RAEE possiede un innegabile potenziale economico. Nei 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti hi‐tech che vengono prodotti annualmente sono presenti fino a 320 tonnellate d’oro e 7.200 d’argento, per un valore di oltre 15 miliardi di euro; senza contare la presenza di Terre rare, elementi come l’ittrio, l’europio, il neodimio, fondamentali per la moderna tecnologia ma dall’accesso limitato, il cui fabbisogno europeo si aggira intorno alle 12-20 mila tonnellate l’anno, con prezzi oscillanti tra i 5-10 mila dollari per tonnellata.
Nonostante queste premesse solo una percentuale inferiore al 20% di questo “tesoro” viene recuperato. Per questo motivo l’Urban mining, ovvero il processo che consente il recupero ed il successivo re-impiego di materiali ad alta criticità e valore aggiunto, sta assumendo un ruolo fondamentale. Ruolo che, insieme alle connesse potenzialità, è stato al centro del 1° tutorial meeting rivolto alle PMI, organizzato presso l’ENEA dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI) e dall’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Unioncamere). L’evento aveva come obiettivo quello di fornire informazioni alle piccole e medie imprese su tecnologie nuove ed emergenti e ridurre il loro tempo di reazione alle innovazioni tecnologiche nel settore del recupero di metalli preziosi da rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Soltanto in Europa, infatti, questo settore presenta delle potenzialità economiche per almeno 1 miliardo di euro. Nel dettaglio il tutorial meeting ha presentato tre diverse tecnologie con grado di sviluppo maturo o emergente, sviluppate in realtà di eccellenza della ricerca italiana:
1. le tecnologie e i sistemi di frantumazione e separazione meccanica di prodotti elettronici e schede elettroniche a fine vita per il recupero di metalli preziosi, messe a punto dal Politecnico di Milano;
2. le tecnologie per il trattamento di pirogassificazione di schede elettroniche ai fini del recupero attivo, sviluppate presso il Centro Sviluppo Materiali;
3. le tecnologie per il recupero di materiali di elevato valore da RAEE attraverso tecniche idrometallurgiche di trattamento, in corso di sviluppo presso l’ENEA.
“Queste ultime – spiega l’Enea – presentano grandi potenzialità anche per il recupero di alcuni elementi rari, in percentuali di prodotto limitato e di grande valore, mentre la pirogassificazione consente di impostare impianti di scala industriale che favoriscono anche processi auto-consistenti dal punto di vista dei consumi energetici e della riduzione di emissioni. La separazione meccanica si adatta invece allo smantellamento e al pretrattattamento delle schede elettroniche, da cui si ricava un prodotto intermedio in polvere da sottoporre successivamente a processi di purificazione”. L’evento è servito anche per far entrare in contatto le imprese interessate con gli esperti provenienti dalla ricerca pubblica e privata e con i tecnici del settore, che hanno illustrato le condizioni tecnologiche e di mercato in risposta a specifiche esigenze di innovazione.