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United in Science: tra il dire e il fare c’è di mezzo la crisi climatica

Le principali organizzazioni mondiali di scienze climatiche hanno unito le forze per produrre un nuovo rapporto di riferimento per il Climate Action UN Summit

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United in Science raccoglie i dati sullo stato del clima e presenta le tendenze delle emissioni dei principali gas serra.

(Rinnovabili.it) – Esiste un divario crescente tra gli obiettivi concordati per affrontare il riscaldamento globale e la realtà attuale. Le parole spese dai leader politici negli ultimi anni di lotta al cambiamento climatico non sono state seguite da azioni efficaci e lo stato attuale del clima mostra una crisi profonda. A ricordarci la gravità in cui versa il Pianeta è oggi un nuovo rapporto intitolato United in Science (testo in inglese). Ad essere “unite”, sono le sette grandi organizzazioni scientifiche che ne hanno firmato il contenuto: l’Organizzazione meteorologica (OMM), la Global Atmosphere Watch, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), il Global Carbon Project, Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), Future Earth, Earth League e  il Global Framework for Climate Services. Il documento, presentato in occasione del Summit ONU per l’azione climatica, è la summa degli ultimi lavori in tema di climate change ed offre uno sguardo puntuale sulla situazione odierna e sulla probabile evoluzione futura.

 

“Il Rapporto fornisce una valutazione unificata dello stato del nostro sistema terrestre sotto la crescente influenza del cambiamento climatico antropogenico, della risposta dell’umanità fino ad ora e dei cambiamenti di vasta portata che la scienza proietta per il nostro clima globale in futuro”, spiegano gli autori. “I dati scientifici e i risultati presentati rappresentano le informazioni più recenti e autorevoli su questi argomenti”.

 

Le informazioni contenute nel report non rappresentano una novità ma permettono di mettere in fila una serie di allarmi suonati da più voci in questi ultimi anni.

IL PIANETA BRUCIA… La temperatura globale media per il 2015-2019 è sulla buona strada per ottenere il titolo di periodo più caldo di qualsiasi altro mai registrato. Attualmente è stimato a 1,1 ° Celsius (± 0,1 ° C) l’aumento rispetto l’epoca preindustriale (1850-1900). Ondate di calore diffuse e di lunga durata, incendi record e altri eventi devastanti come cicloni tropicali, inondazioni e siccità hanno avuto gravi ripercussioni sullo sviluppo socioeconomico e sull’ambiente. Di questo passo, afferma l’OMM, la temperatura media globale dovrebbe aumentare di almeno 1,2 – 1,3 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali nei prossimi cinque anni.

 

…E SI SCIOGLIE L’estensione del ghiaccio marino artico estivo è diminuita ad un tasso di circa il 12% per  decennio nel periodo 1979-2018. I quattro valori più bassi per l’estensione del ghiaccio marino invernale, invece, si sono verificati tra il 2015 e il 2019. Al polo opposto, la quantità di ghiaccio persa ogni anno dalla calotta antartica è aumentata di almeno sei volte tra il 1979 e il 2017.

 

LO STATO DEGLI OCEANI Il tasso di innalzamento medio globale del livello del mare è aumentato da 3,04 millimetri all’anno (mm / anno) nel periodo 1997-2006 a circa 4 mm / anno nel periodo 2007-2016. Ciò è dovuto alla crescita del riscaldamento oceanico e dello scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale. Inoltre è stato registrato un aumento complessivo del 26% nell’acidità degli oceani dall’inizio dell’era industriale.

 

I GAS SERRA IN ATMOSFERA I livelli di anidride carbonica (CO 2), metano (CH4) e  protossido di azoto (N2O) hanno raggiunto nuovi massimi. Nel 2018, la concentrazione globale di CO2 era di 407,8 parti per milione (ppm), 2,2 ppm in più rispetto al 2017. I dati preliminari da un sottogruppo di siti di monitoraggio dei gas indicano che le concentrazioni 2019 sono sulla buona strada per raggiungere o addirittura superare 410 ppm.

 

 

La valutazione arriva sullo sfondo dello “sciopero del clima” che lo scorso venerdì ha visto milioni di studenti in tutto il mondo scendere in piazza per chiedere un’azione reale dai politici e dalle grandi società. E sulla scia di questa pressione, le sette organizzazioni sottolineano oggi  l’urgenza di trasformazioni socio-economiche e azioni di riduzione del carbonio in settori chiave come l’uso del suolo e l’energia per evitare pericolosi e irreversibili aumenti della temperatura globale.