Rinnovabili

Unep: pericoloso il gap delle emissioni

Un nuovo rapporto redatto dall’Unep, il Programma Ambientale dell’Onu, delinea i percorsi per il raggiungimento di un ulteriore abbattimento delle emissioni che mira a tagliare gli inquinanti di 6-11 gigatonnellate entro il 2020 per portare il Pianeta sulla buona strada. Il gap tra cosa si sta realmente facendo e cosa è necessario per il bene del Pianeta sarebbe infatti ancora troppo ampio, dichiarano le Nazioni Unite.

Il taglio del 20% delle emissioni e la necessità di mantenere entro i 2 °C l’innalzamento della temperatura globale sono traguardi economicamente e tecnicamente raggiungibili, si legge nelle pagine del documento, supportati dall’aumento della percentuale di energia generata da fonti rinnovabili e  attraverso il passaggio a biocarburanti che hanno ridotto il consumo e le esportazioni di combustibili fossili. Anche l’impegno nella diffusione dei mezzi di trasporto ad alimentazione alternativa piuttosto che la corretta gestione dell’agricoltura e dei rifiuti stanno contribuendo alla salvaguardia del territorio e della qualità dell’aria, come ampio è il contributo del settore marittimo e aereo, che pur non rientrando nel protocollo di Kyoto si stanno impegnando nell’abbattimento dell’impatto ambientale. Insieme aviazione e trasporto marittimo equivalgono infatti al 5% degli inquinanti globali e potrebbero emettere fino a 2,5 gigatonnellate di biossido di carbonio equivalente entro il 2020.

“Opzioni per la riduzione delle emissioni provenienti da entrambi i settori comprendono il miglioramento dell’efficienza dei consumi e l’utilizzo di combustibili a basso tenore di carbonio. Per il settore del trasporto, un’altra opzione promettente e semplice sarebbe ridurre la velocità delle navi”, si legge sfogliando la relazione che ha coinvolto 55 scienziati ed esperti provenienti da 28 gruppi scientifici di 15 paesi.

Il rapporto, Bridging the Emissions Gap delinea scenari presenta piani chiari per colmare il divario tra quanto si sta facendo e cosa si dovrebbe fare per ridurre le emissioni in maniera sufficiente entro il 2020 ma, al contempo, appare anche molto pessimista dichiarando che qualora anche solo uno degli intenti non venisse portato a termine per l’ambiente ci potrebbero essere conseguenze irreversibili. “L’annuale Rapporto dell’UNEP sul Gap è un contributo essenziale allo sforzo globale per affrontare il pericoloso cambiamento climatico”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon“Ciò dimostra che abbiamo molto da fare, sia in termini di ambizione che della politica, ma dimostra anche che il divario può ancora essere colmato, se agiamo ora. Questo è un messaggio di speranza e una chiamata importante all’azione.”

Il documento, presentato a pochi giorni dall’inizio del Vertice Onu di Durban, mette quindi nelle mani dei decisori politici la possibilità di scegliere se far fallire o meno le politiche ambientali del paese. “Questo rapporto mette nelle mani dei governi e decisori politici informazioni vitali sulle opzioni a disposizione affinchè il mondo possa affrontare la sfida del cambiamento climatico”, ha detto Achim Steiner, direttore esecutivo dell’UNEP e sottosegretario generale delle Nazioni Unite. “Quest’anno, i paesi saranno in grado di presentare i propri progetti a Durban, Sud Africa, con tutti i principali scenari tecnologici ed economici a portata di mano che delineano il divario tra l’ambizione e la realtà scientifica al fianco delle soluzioni urgenti che possono essere messe in atto per ridurre le emissioni ‘. “

Per raggiungere gli obiettivi antiemissioni il rapporto sottolinea inoltre la necessità di cambiamenti radicali nel sistema energetico che ha bisogno di interventi nel campo dell’efficienza energetica e a favore della diffusione dello sfruttamento delle fonti rinnovabili. In particolare l’Unep ha redatto un elenco di 13 scenari per la riduzione degli inquinanti. Nati allo scopo di limitare l’innalzamento della temperatura entro i 2 °C gli itinerari possono essere intrapresi seguendo una combinazione di interventi tra cui l’aumento delle operazioni di efficientamento energetico e la crescita all’interno del mix della presenza di energia prodotta da FER, che dovrebbe corrispondere al 28% del totale entro il 2020. Nel particolare il 17% dell’energia primaria green dovrebbe provenire da biomassa mentre il 9% da solare, eolico e idroelettrico e altre fonti green.

”La cattiva notizia è che il divario si allarga. La buona notizia è che l’UNEP dimostra che puo’ ancora essere chiuso – ha commentato il commissario Ue, Connie Hedegaard, dopo essere venuta a conoscenza dei dati contenuti nel rapporto – ma il tempo è poco, abbiamo bisogno di ottimizzare gli strumenti a disposizione. A Durban i governi devono risolvere l’immediato futuro del Protocollo di Kyoto e definire il percorso verso un accordo globale sul clima realmente vincolante”.

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