L’aridificazione colpirà anche l’Europa mediterranea
(Rinnovabili.it) – Un quarto del nostro pianeta potrebbe diventare troppo arido per la vita se la comunità internazionale non riuscirà nell’intento di fermare il riscaldamento globale a un massimo di +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Lo afferma una nuova ricerca internazionale, guidata dalla Southern University of Science and Technology (Sustech) di Shenzhen. Lo studio è il più dettagliato nel suo genere, cioè nella previsione dei livelli di aridità della superficie terrestre. Si basa sulla sovrapposizione delle stime condotte con 27 modelli climatici differenti, con l’obiettivo di individuare le regioni della terra in cui i suoli potrebbero divenire significativamente più asciutti nel prossimo futuro.
L’aridificazione – questo il termine tecnico – si calcola incrociando previsioni sulle precipitazioni e sull’evaporazione, ed è vista dagli scienziati come una seria minaccia, perché può causare impatti negativi su settori chiave per la sopravvivenza come l’agricoltura, la qualità dell’acqua e la biodiversità.
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I risultati dello studio internazionale sono piuttosto allarmanti per chi dava ormai per spacciato l’obiettivo di contenimento del riscaldamento globale più ambizioso fissato a Parigi. Se il +1,5 °C è per molti impossibile da rispettare, infatti, è pur vero che la soglia più realistica dei +2 °C non scongiurerebbe effetti disastrosi sul fronte dell’aridificazione. La ricerca sostiene infatti che circa il 20-30% della superficie terrestre sarà divenuta arida e inospitale nel momento in cui la temperatura media planetaria sarà cresciuta di 2 °C. Uno scenario per buona parte evitabile: i due terzi delle regioni colpite potrebbero scampare a un’aridificazione significativa se il riscaldamento fosse contenuto entro +1,5 °C.
A subire le conseguenze peggiori di una azione climatica troppo debole saranno il Mediterraneo, l’Africa meridionale e la costa orientale dell’Australia, mentre si compirà la trasformazione delle aree semi-aride del Messico, del Brasile, dell’Africa meridionale e dell’Australia, che hanno già iniziato la desertificazione. Nel caso – non certo probabile – in cui uno scatto d’orgoglio permettesse ai leader mondiali di centrare l’obiettivo del grado e mezzo, a ringraziare saranno parti del sud-est asiatico, dell’Europa meridionale, dell’Africa meridionale, dell’America centrale e il Sud dell’Australia, che nel complesso ospitano più del 20% della popolazione mondiale.