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L’ultimo atto del Parlamento sdogana la deforestazione

deforestazione

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La legislatura si chiude dando carta bianca alla deforestazione

 

(Rinnovabili.it) – Nelle sue ultime ore di vita, il Parlamento italiano potrebbe approvare un decreto già passato dal CdM che apre i boschi italiani alla deforestazione. Per scongiurarlo si sono mosse ieri 200 personalità tra zoologi, ricercatori, botanici, forestali ed esperti di rischio idrogeologico, che hanno firmato un appello in cui chiedono di fermare l’approvazione della nuova legge forestale.

“Il governo Gentiloni all’ultimo secondo utile vuole emanare una nuova legge forestale che darebbe il via libera a un vero e proprio assalto ai boschi italiani, permettendo un uso predatorio a discapito della loro qualità ambientale- si legge nel testo, promosso dall’associazione Ardea e dalla Stazione Ornitologica Abruzzese – Con il provvedimento che rischia di andare in discussione in uno dei prossimi consigli dei ministri non solo si apre la strada a tagli selvaggi per la filiera delle biomasse, ma si consente la vera e propria distruzione del bosco in cambio di non precisati indennizzi e compensazioni che addirittura rischiano di diventare ulteriori danni per l’ambiente”.

 

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Gli esperti che hanno sottoscritto l’appello sono convinti che la proposta del governo sia “del tutto anti-scientifica”, con l’intento di “far passare l’idea che il bosco non possa svolgere le proprie funzioni ecologiche senza un pesante intervento umano, quando invece si tratta di ecosistemi che si sono evoluti in decine di milioni di anni. Si tratta di una vera e propria ideologia auto-referenziale che nasconde in realtà le mire di chi vede nel bosco un mero fattore di profitto“.

In particolare, la nuova legge contiene alcune criticità: in primo luogo, se il bosco è cresciuto su aree precedentemente coltivate, senza limiti temporali, non verrà considerato area sottoposta a vincoli particolari. In secondo luogo, basterà garantire “compensazioni” o “indennizzi” per avere il via libera alla deforestazione. Infine, la definizione di “terreni abbandonati o incolti”, in cui rientrano anche boschi non gestiti da appena 10 anni, “permette di ampliare a dismisura interventi dettati da interessi esclusivamente commerciali di privati”.

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