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Negli ultimi seimila anni perse metà delle foreste europee

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Le pratiche agricole moderne hanno cancellato le foreste

 

(Rinnovabili.it) – Più del 50% delle foreste d’Europa sono scomparse negli ultimi seimila anni per la crescente domanda di terreni agricoli e l’utilizzo del legno come carburante. Lo sostiene una nuova ricerca condotta dall’Università di Plymouth. Tramite l’analisi del polline proveniente da più di 1.000 siti, gli scienziati hanno dimostrato che una volta oltre due terzi dell’Europa centrale e settentrionale erano coperti da alberi. Una quota oggi crollata a circa un terzo, anche se in alcune regioni occidentali e costiere il declino è stato di gran lunga maggiore, con la copertura forestale scesa sotto il 10%.

La buona notizia, secondo i ricercatori, è che i trend hanno iniziato un’inversione. La scoperta di nuovi tipi di combustibile e nuove tecniche di costruzione ha contribuito in maniera determinante a ridurre la perdita degli alberi, così come iniziative di riforestazione o protezione delle foreste più antiche.

 

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Secondo Neil Roberts, professore di Geografia fisica presso l’Università di Plymouth e autore principale dello studio pubblicato su Nature’s Scientific Reports, «La maggior parte dei paesi attraversa un momento di transizione. Alcune parti della Scandinavia, dove non c’è grande dipendenza dall’agricoltura, sono ancora prevalentemente boschive, ma in generale la perdita di aree forestali è stata una caratteristica dominante dell’ecologia del paesaggio europeo, con conseguenze per il ciclo del carbonio, il funzionamento degli ecosistemi e la biodiversità».

La ricerca, che ha coinvolto anche studiosi provenienti da Svezia, Germania, Francia, Estonia e Svizzera, ha cercato di stabilire con precisione come la natura delle foreste europee fosse cambiata negli ultimi undicimila anni. Gli esperti hanno combinato tre diversi metodi di analisi dei dati sui pollini, tratti dalla relativa banca dati europea. A partire da questi dati, sono riusciti a dimostrare che la copertura forestale è aumentata da circa il 60% di undicimila anni fa fino all’80% di seimila anni fa. Poi, l’introduzione di pratiche agricole moderne durante il periodo neolitico provocò un graduale declino che accelerò verso la fine dell’Età del Bronzo ed è proseguito in crescendo fino ai giorni nostri.

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