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In Uk la centrale a carbone più grande del mondo

Mentre il mondo va verso le rinnovabili, in Uk si torna al carbone: quasi completo l’iter per la costruzione di una centrale da 448 MW

In Uk la centrale a carbone più grande del mondo

 

(Rinnovabili.it) – Il Regno Unito continua la sua marcia a passo di gambero. Dopo aver varato una delle legislazioni più prone del mondo al fracking, sta per autorizzare la costruzione di una nuova gigantesca centrale a co-combustione di biomassa e carbone. La co-combustione negli impianti a carbone di grossa taglia consente una efficienza quasi doppia rispetto a quella che si avrebbe bruciando soltanto biomasse. Il nuovo impianto dovrebbe sorgere accanto ad uno già esistente, la centrale elettrica di Drax, nello Yorkshire. Quest’ultimo brucia già oggi più di legno di qualsiasi altro al mondo, e più carbone rispetto a quelli presenti nel Regno Unito. Ora potrà battere altri due record: il sito ospiterà la prima centrale elettrica dal 1974 (anno in cui ha aperto quella di Drax), che sarà anche la più grande in Europa a ricevere i sussidi per un sistema di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) che non è nemmeno certo se verrà approntato.

 

Drax, insieme con Alstom e BOC, ha presentato una domanda di costruzione per la nuova centrale da 448 MW, che chiamerà con il suggestivo nome di White Rose. Essa dovrebbe bruciare soprattutto carbone, insieme ad un 15% massimo di pellet di legno.

Anche se il nome per esteso è White Rose CCS Project, la richiesta delle aziende riguarda solo la centrale. La National Grid britannica sta valutando se investire nell’infrastruttura per la CCS, una conduttura lunga 220 chilometri necessaria per il trasporto della CO2 e il successivo pompaggio in una formazione salina sotto il Mare del Nord.

 

Tale infrastruttura richiederebbe un progetto a sé, e quando la National Grid deciderà se investire o meno nella sua implementazione, l’impianto sarà già stato definitivamente approvato. Secondo le idee dei proponenti, la tecnologia impiegata consentirebbe di bruciare il carbone in presenza di ossigeno quasi puro piuttosto che aria. Questo permetterebbe di recuperare CO2 in maniera più efficiente. Separare l’ossigeno dall’aria, tuttavia, utilizza così tanta energia che Total e Vattenfall hanno abbandonato gli investimenti. Se Drax utilizzerà l’aria invece dell’ossigeno, non potrà catturare e stoccare il carbonio ma, a parità di carbone bruciato, produrrà elettricità in quantità maggiori.

 

Cattura del carbonio: un destino fallimentare

Il motivo principale per cui la CCS è caduta in disgrazia è il costo: richiede una tecnologia costosa e rende le centrali molto meno efficienti, perché una parte dell’energia prodotta serve a è impiegata nella cattura del carbonio.

È il motivo per cui la Norvegia, in passato uno dei più convinti sostenitori della CCS, ha annullato il suo primo progetto commerciale nel 2013. Il governo dell’Alberta (Canada), altro fan della tecnologia, ha staccato la spina ai finanziamenti. Perfino il governo degli Stati Uniti ha appena abbandonato uno dei suoi due progetti di punta che riguardavano la cattura e lo stoccaggio del carbonio. L’altro sta scavandosi la fossa da sé, dopo che i costi sono lievitati da 2,4 a 5,6 miliardi dollari. Perché allora il Regno Unito va a caccia di finanziamenti europei sulla scivolosa strada del carbone?