Tra i paesi all’avanguardia, Austria, Germania e Paesi Bassi, conformatisi in larga misura alle norme minime europee
(Rinnovabili.it) – “Il trattamento delle acque reflue urbane è un test fondamentale per la società: Eliminiamo i rifiuti che produciamo o stiamo rovinando l’ambiente da cui dipendiamo?” Questa la domanda che pone oggi Janez Potočnik, Commissario europeo per l’Ambiente a commento della nuova relazione rilasciata stamane da Bruxelles. L’esecutivo europeo ha infatti analizzato i trend che hanno caratterizzato l’UE-27 nel gestione dei reflui urbani, mettendo in luce progressi e difficoltà per ognuno degli Stati Membri. E’ innegabile che le ultime cifre evidenzino diversi miglioramenti nella raccolta e nel trattamento delle acque reflue, soprattutto per quei Paesi conformatisi in larga misura alle norme minime comunitarie. La relazione ha indagato il periodo 2009-2010 rilevando che la maggior parte (91%) del carico inquinante proveniente centri urbani europei beneficia di un trattamento più rigoroso.
Un buon risultato che tuttavia non sembra appartenere alle capitali europee: delle 27 città solo 11 sono dotate di un adeguato sistema di gestione.
I risultati principali sono:
- Il tasso di raccolta è molto elevato, con 15 Stati membri che raccolgono il 100% del loro carico inquinante totale. Tutti hanno mantenuto o migliorato i risultati già ottenuti, sebbene il tasso di conformità sia tuttora inferiore al 30% in Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia e Slovenia.
- I tassi di conformità per il trattamento secondario sono pari all’82%, con un aumento di 4 punti rispetto alla relazione precedente.Tuttavia vi sono enormi differenze tra l’UE-15, dove i tassi erano compresi tra il 90 e il 100% e l’UE-12, dove in media la conformità era del 39%.
- I tassi di conformità per il trattamento più rigoroso destinato a contrastare l’eutrofizzazione o ridurre l’inquinamento batteriologico che potrebbero avere ripercussioni sulla salute umana, sono, complessivamente, pari al 77%. Gli Stati membri dell’UE-12 hanno raggiunto in media solo il 14%, mentre l’Austria, la Germania, la Grecia e la Finlandia registrano una percentuale di conformità del 100%.
- La parte del territorio UE designata come “area sensibile” registra un aumento di due punti rispetto alla relazione precedente, raggiungendo quasi il 75%. L’aumento maggiore si è registrato in Francia e in Grecia.
“Sono soddisfatto – commenta Potočnik – di vedere che le tendenze vanno nella direzione giusta e sono lieto di constatare che l’azione della Commissione, che associa misure di sostegno finanziario a, se necessario, azioni legali, sta dando i suoi frutti a vantaggio dei cittadini europei.”