Ancora troppo lenta la riduzione delle emissioni in Europa
(Rinnovabili.it) – Gli sforzi dell’Unione Europea per ridurre le emissioni sono troppo contenuti. Lo afferma l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), rilasciando le sue stime preliminari per il 2016. I dati mostrano che i gas serra sono diminuiti dello 0,7% rispetto all’anno precedente, il che porta il blocco ad una riduzione complessiva del 23% rispetto ai livelli del 1990.
L’obiettivo per il 2020 è dunque ampiamente superato, dal momento che si attestava su un calo del 20%, e la transizione è guidata soprattutto da un aumento delle rinnovabili e da una riduzione del carbone nel mix elettrico. Tuttavia, nella valutazione dell’EEA non mancano le sollecitazioni a fare di più per soddisfare gli obiettivi climatici a più lungo termine dell’Europa. Attualmente sono in corso discussioni a livello comunitario sull’adozione di nuove politiche climatiche e energetiche (riforma dell’ETS e nuovo regolamento ESR) al fine di contribuire a raggiungere il suo obiettivo di riduzione del 40% entro il 2030. Ma se non si accelera il passo, l’Unione potrebbe mancare questo target. Allo stesso modo, gli sforzi per raggiungere gli obiettivi ancora più rigidi del 2050 richiederanno devono essere programmati per tempo. Serve, secondo l’Agenzia, una trasformazione importante dei settori dell’energia, del cibo e della mobilità dell’Europa.
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A livello individuale, gli stati membri sono quasi tutti sulla buona strada per soddisfare il loro target nazionale per il 2020: restano fuori Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Malta, a meno che non migliorino immediatamente i loro impegni. L’Italia invece, pur essendo in linea con gli obiettivi 2020, ha aumentato le proprie emissioni di gas serra dello 0,4% rispetto al 2015. Negli ultimi 26 anni il nostro paese ha ridotto la CO2 del 16,4% e, soprattutto in settori come l’agricoltura e i trasporti, la tendenza è in ulteriore diminuzione.
A livello Europeo, il sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni (ETS), che copre i grandi impianti industriali e e il trasporto aereo nel blocco, ha permesso di tagliare la CO2 del 2,6% tra il 2015 e il 2016. A guidare la riduzione sono soprattutto le chiusure delle grandi centrali termoelettriche in diversi paesi. Nel complesso, le emissioni nell’ambito del sistema ETS sono diminuite del 26% rispetto al 2005. Tuttavia, il settore dell’aviazione sembra ancora in ritardo, con le compagnie aeree che in realtà hanno emesso il 7,6% in più rispetto al 2015.
Fuori dal sistema di scambio delle emissioni, restano una serie di settori: trasporti via terra, edifici, agricoltura e gestione dei rifiuti. Questo complesso di attività economiche ha fatto registrare un +0,9% anno su anno e la riduzione complessiva è piuttosto contenuta (-11% rispetto al 2005). L’UE dovrà ovviare a questa situazione con il nuovo Effort Sharing Regulation (ESR), in via di completamento in queste settimane. Ma al momento, le bozze circolate sono ampiamente al di sotto delle attese.