Strasburgo approva il regolamento LULUCF sulla gestione delle foreste
(Rinnovabili.it) – Il tentativo di seppellire le emissioni nelle foreste è andato in porto, almeno per ora. Il Parlamento Europeo ha approvato ieri la posizione di compromesso sul nuovo regolamento LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry), che dovrebbe servire a calcolare la quantità di gas serra emessi o assorbiti dalle operazioni di utilizzo del suolo, cambi d’uso del suolo e silvicoltura. L’obiettivo è fornire agli stati membri un nuovo strumento per la riduzione delle emissioni tra il 2020 e il 2030.
Rispetto al testo proposto dalla Commissione Europea e poi dalla Commissione Ambiente dell’Eurocamera, sono stati fatti passi indietro decisivi, in attesa dell’ultimo parere che spetta al Consiglio UE. In sostanza, dietro l’idea di utilizzare le foreste come serbatoi di carbonio per stoccare parte delle emissioni industriali è fallita. Per farlo, infatti, la gestione forestale dovrebbe far sì che le piante assorbano più CO2 di quanta ne viene emessa per tagliarle e bruciarle negli impianti a biomasse. Ma nonostante le promesse, il nuovo regolamento introduce un sistema di calcolo falsato, che non prende in considerazione le emissioni causate dalla deforestazione per le bioenergie. Un disboscamento incentivato dalla direttiva 2009/28 sulle energie rinnovabili, che non proibisce di bruciare biomassa da fonti diverse da rifiuti del legno e scarti agricoli.
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Per aumentare la flessibilità del regolamento e venire ulteriormente incontro ai paesi che lo hanno indebolito (Francia, Austria, Finlandia, Svezia e Polonia), gli eurodeputati hanno inoltre alzato il tetto massimo dei crediti forestali utilizzabili dagli stati membri per compensare le emissioni in altri tipi di terreno, come le zone umide. Dal 3,5% si è saliti al 7%, cosa che secondo le stime dell’ONG Fern equivale a lasciare quasi 200 milioni di automobili in più per le strade.
In UE il rapporto tra rimboschimento e disboscamento è positivo, ma secondo le organizzazioni ambientaliste ciò non dovrebbe trasformare la silvicoltura nella foglia di fico dell’industria. Per catturare carbonio in quantità considerevoli, le foreste devono crescere in modo significativo. Ma questo potrebbe rappresentare un problema per altri utilizzi del terreno, come la produzione di cibo. In un mondo globalizzato, dove si può rimboschire pressoché ovunque per lavarsi la coscienza di emissioni prodotte altrove (biodiversity offsetting), esiste il rischio di togliere spazio a popolazioni che utilizzano la terra per un’agricoltura di sussistenza. Inoltre, la spinta a massimizzare l’assorbimento di carbonio delle foreste incoraggia le monoculture di alberi a rapida crescita e con un breve ciclo di vita.
Nella sua relazione, l’Agenzia europea dell’ambiente ha osservato che l’Europa, con oltre il 42% della superficie coperta da foreste, è una delle regioni più ricche di foreste al mondo, ma si evidenzia una intensificazione dell’uso del terreno forestale, che provoca il progressivo degrado degli ecosistemi.