(Rinnovabili.it) – Nove volte su dieci, nell’ultimo anno, la Commissione Europea ha violato il principio di precauzione, approvando pesticidi pericolosi sulla base di studi con gravi lacune. Tutto questo è avvenuto nonostante il monito dell’Ombudsman, l’organismo di mediazione che vigila sull’operato delle istituzioni comunitarie. È la denuncia di Pesticide Action Network (PAN), contenuta in un report che analizza le decisioni prese dalla DG SANTE, la direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare dell’esecutivo europeo, in materia di sostanze chimiche. La ONG osserva che queste scelte hanno un impatto diretto sulla salute delle persone e sugli ecosistemi, sulle zone agricole e la biodiversità.
A febbraio 2016 l’Ombudsman aveva riscontrato le violazioni: gli studi dell’EFSA utilizzati per l’approvazione dei pesticidi e gli alti rischi rendevano impossibile per la DG SANTE dichiarare l’assenza di effetti nocivi per l’uomo e per l’ambiente. Invece è andata proprio così, e la maggior parte di queste sostanze ha avuto il via libera. Un atto illegale, secondo il Mediatore, che ha chiesto alle istituzioni di rientrare nella legalità tornando ad utilizzare pratiche corrette di approvazione. Dati i trascorsi non proprio felici della DG SANTE, tuttavia, l’Ombudsman le ha anche ordinato di scrivere entro due anni una relazione che dimostri la messa in regola.
Grazie al rapporto “di medio termine” pubblicato da Pesticide Action Network, tuttavia si scopre che un anno dopo non è cambiato nulla. Nelle decisioni della Direzione Generale analizzate dal febbraio 2016, in 20 casi su 22 (il 91%), sono state violate le norme in materia di completezza dei dati. In 14 casi su 14, nonostante l’alto rischio documentato, non sono state disposte misure protettive come invece impongono le norme.
«L’indagine mostra che la DG SANTE sta nuovamente ingannando il Mediatore – attacca PAN – Da una parte accetta una soluzione equa, dall’altra prosegue nell’attuazione delle sue pratiche illegali, permettendo a pesticidi non sicuri, o addirittura ad alto rischio, di finire sul mercato».