(Rinnovabili.it) – E’ tutto pronto per la diciannovesima Conferenza delle Parti (COP19) del’UNFCC, che si svolgerà a Varsavia, Polonia, dall’11 al 22 novembre. In attesa della formale apertura dei lavori, l’Unione Europea presenta la propria posizione ufficiale e gli obiettivi prefissatisi per questo nuovo vertice sul clima. “Deve essere chiaro per tutti – spiega Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per l’Azione per il clima – che la conferenza di Varsavia non concluderà i negoziati sull’accordo climatico mondiale del 2015, rappresenterà però un incontro molto importante per progredire e gettare le basi per la conferenza di Parigi nel 2015”.
Ed è in questo contesto che Bruxelles fa sapere di mirare a confezionare un pacchetto equilibrato e concreto di decisioni. L’UE si aspetta che la conferenza di Varsavia faccia il punto sui progressi finora compiuti e pianifichi le mansioni da svolgere nel 2014, in modo da disporre di una bozza di progetto ben prima del maggio 2015. Preparare il terreno è la parola chiave su cui punterà dunque l’Unione durante le due settimane di negoziati, lavorando affinché venga formulato un calendario per la stesura degli impegni nel 2014 e una fase di valutazione che garantisca che, nel complesso, tali impegni siano abbastanza ambiziosi da mantenere il riscaldamento globale inferiore a 2 °C rispetto alla temperatura dell’epoca preindustriale. “A Varsavia – ha aggiunto Hedegaard – dobbiamo concordare la preparazione di impegni forti in vista dell’accordo del 2015 e accelerare la riduzione delle emissioni per la seconda parte del decennio in corso. Tutti i paesi devono essere pronti ad assumere impegni chiari prima del vertice dei leader mondiali sui cambiamenti climatici indetto dal Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon per il prossimo settembre”.
Oltre a voler un impegno comune da tutte le parti in causa per innalzare l’obiettivo pre-2020, Bruxelles si aspetta dei progressi in merito all’attuazione delle misure concordate in occasione delle precedenti sessioni: come affrontare le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici in paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili; la questione dei finanziamenti per il clima e le norme dettagliate per attuare la seconda fase di impegno del protocollo di Kyoto, che copre il periodo 2013-2020.