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Tutela ambientale, la normativa che non piace agli ambientalisti

In una lettera le associazioni avvertono "nei dl Salva Italia, Liberalizzazioni e Semplificazioni rischio deregulation su controlli aziende, bonifiche, imballaggi"

(Rinnovabili.it) – “In questi mesi, sono stati approvati provvedimenti che hanno consentito alle istituzioni italiane di recuperare sotto il profilo economico non solo una credibilità interna, ma anche una necessaria attendibilità sul piano internazionale”. Ma, esiste un “ma”. Ad evidenziare i “difetti” della nuova normativa partorita dal Governo Monti sono oggi  WWF e Legambiente che in una missiva a doppia firma espongono al Presidente del Consiglio  le criticità per ambiente e salute contenute nel cosiddetto decreto ‘Salva-Italia’ e nei decreti legge Liberalizzazioni e Semplificazioni.

Pur riconoscendo il lavoro svolto con impegno e in poco tempo dal nuovo Governo e delle  le due associazioni ambientaliste chiedono “un confronto ampio sul modello di sviluppo che il nostro Paese intende assicurare alle future generazioni”, che sia “imprescindibile dalla sostenibilità ambientale e si ispiri al principio di precauzione riferito alla direttiva comunitaria”. Sotto l’attenta lente di WWF e Legambiente finiscono le norme che disciplinano i controlli per le aziende certificate, le bonifiche dei siti contaminati, la gestione dei rifiuti da imballaggio e il dragaggio dei porti. Le associazioni evidenziano che gli interventi normativi finora messi in campo non hanno saputo affrontare un problema irrisolto quale il rafforzamento del sistema dei controlli ambientali in capo all’Ispra e alle Agenzie regionali per protezione dell’ambiente. Al contrario, “sui controlli incombe una nuova minaccia di deregulation: in base all’articolo 14 del decreto Semplificazioni verrebbero addirittura soppressi i controlli per le aziende certificate”.

“Siamo d’accordo – concludono le associazioni – sull’utilità di eliminare le norme ridondanti che, invece di garantire il rispetto dell’ambiente, in alcune situazioni hanno sortito l’effetto opposto, ma questo processo di semplificazione va affiancato con due riforme altrettanto importanti: un deciso rafforzamento del sistema dei controlli ambientali e il contestuale inasprimento delle pene per alcuni reati più gravi, che danneggiano l’ambiente, la salute dei cittadini e l’economia sana, obiettivo ultimo questo da conseguire, grazie all’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, più volte richiesto anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti”.