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TTIP: oltre 1.300 sostanze chimiche tossiche alle porte dell’UE

Agenti chimici cancerogeni, interferenti endocrini, cosmetici tossici. Negli USA sono legali, con il TTIP arriveranno anche in Europa

TTIP oltre 1.300 sostanze chimiche vietate alle porte dell’UE_

 

(Rinnovabili.it) – Il TTIP porterà in Europa sostanze chimiche nocive per l’uomo e l’ambiente. Non è la prima volta che le organizzazioni internazionali suonano l’allarme su questo tema: l’accordo transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti presenta numerosi aspetti controversi. Il settore della chimica è uno dei più pericolosi da liberalizzare, secondo un nuovo rapporto di Friends Of the Earth Germany. L’analisi giunge alla conclusione che il crollo del principio di precauzione vigente in Europa, previsto dal TTIP, comprometterà la tutela dei consumatori. Se l’accordo verrà portato a termine, spiega l’organizzazione ambientalista, i consumatori nel Vecchio continente potrebbero essere esposti ad agenti chimici cancerogeni e interferenti endocrini.

 

TTIP oltre 1.300 sostanze chimiche vietate alle porte dell’UE

 

La richiesta per la Commissione Europea, condivisa da migliaia di organizzazioni non governative in tutta l’Unione, è di interrompere immediatamente i negoziati con gli USA. Il regolamento REACH, adottato a livello europeo, impedisce al momento la commercializzazione di oltre 1.300 additivi chimici nella cosmetica e vieta più di 80 pesticidi. Tutte sostanze legali, invece, negli Stati Uniti, che in fatto di standard ambientali e sanitari sono decisamente di manica più larga. L’approccio europeo, che si può riassumere nella formula “no data, no market”, dovrebbe essere smantellato dall’entrata in vigore del TTIP. L’armonizzazione degli standard richiesta dai negoziatori, infatti porterebbe ad un aumento delle esportazioni reciproche, includendo con tutta probabilità anche questi prodotti. Il principio di precauzione verrebbe aggirato tramite l’adozione del “mutuo riconoscimento”. Esso implica l’accettazione reciproca dei prodotti fabbricati dal partner commerciale, anche se secondo prescrizioni diverse da quelle nazionali.

 

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La smentita col trucco

L’industria chimica tedesca ha smentito qualsiasi abbattimento degli standard. Il presidente della Chemical Industry Association, Utz Tilllmann, ha tentato di rassicurare i cittadini: «In nessun modo il TTIP porterà a un abbassamento delle tutele per i consumatori. I regolamenti sono progettati in modo diverso, il mutuo riconoscimento non è possibile».

Tuttavia, l’associazione ha dichiarato che duplicare le procedure di approvazione è uno sforzo da evitare. Per questo è necessario implementare, secondo Tillmann, lo strumento della cooperazione regolatoria previsto dal TTIP, un organismo tecnico che dovrebbe occuparsi di far convergere le normative in vigore sui due lati dell’Atlantico. Il problema sollevato dalle campagne Stop TTIP di tutta Europa rispetto alla cooperazione regolatoria, tuttavia, è ineludibile. Le associazioni lobbistiche americane (U.S Chamber of Commerce) e comunitarie (BusinessEurope), infatti, la definiscono come segue: «I gruppi interessati si riunirebbero intorno a un tavolo insieme ai regolatori per elaborare insieme le leggi».

 

La cooperazione regolatoria sarà competenza di un consiglio regolatorio transatlantico composto da funzionari degli enti regolatori competenti. Non vi è alcuna partecipazione dei governi o del pubblico, mentre si prevede il supporto dell’industria. Si tratterà di una cabina di regia tecnica con la facoltà di vagliare, prima della traduzione in legge, tutte le normative e i regolamenti che uno Stato intenda emanare. Nella bozza attuale, il consiglio non può emettere pareri vincolanti. Ma il suo operato può comunque rallentare di molto l’entrata in vigore di qualsiasi legislazione.