(Rinnovabili.it) – Il primo affondo contro il TTIP era arrivato il 28 agosto scorso da Sigmar Gabriel, vice Cancelliere e ministro dell’Economia tedesco: “i colloqui con gli Stati Uniti sono di fatto falliti perché noi europei, naturalmente, non dobbiamo soccombere alle richieste americane: nulla si sta muovendo in avanti”. Un argomento che ricorda da vicino quello del primo ministro francese Manuel Valls, che lo scorso giugno si era messo di traverso ai negoziati. E che ieri è tornato più che mai alla carica chiedendo uno “stop netto” all’accordo commerciale tra Usa e Ue. Il 15° round negoziale è in calendario per ottobre.
Ma a spezzare canto e controcanto in perfetta armonia tra Francia e Germania ci ha pensato Angela Merkel. A stretto giro Merkel ha reiterato il suo supporto per l’accordo, sottolineando che non è certo interesse dell’Ue “restare indietro rispetto ad altre regioni” che al contrario hanno già chiuso con successo negoziati simili con gli Usa. “Credo che un accordo di questo tipo significhi opportunità di lavoro per noi e in Europa abbiamo urgentemente bisogno di lavoro”, ha aggiunto Merkel, riprendendo poi l’affermazione di Gabriel e bollandola come “per lo meno inusuale”, visto che l’accordo sul TTIP in teoria sta per entrare nelle sue fasi conclusive.
Se la voce di Merkel avrà certamente il suo peso e segnala l’ennesima discordia tra Francia e Germania, è pur vero che si fa sempre più forte la possibilità che tutto salti. Il tempo infatti gioca contro il TTIP: a breve Usa, Francia e Germania andranno alle urne e il calcolo politico delle elezioni sconsiglia mosse avventate. Probabile quindi che l’accordo resti congelato per i prossimi mesi.
Congelato però non vuol certo dire che i rischi contenuti nel testo in discussione spariranno. I potenziali impatti su ambiente, clima ed energia restano sul tavolo, esattamente come prima. E i documenti trapelati in due leak nei mesi scorsi non promettono bene. Contenevano stop alle limitazioni per i residui di pesticidi nel cibo, porte aperte agli OGM, reintroduzione della sperimentazione animale per la cosmesi, nessuna tutela per le indicazioni geografiche, zero riferimenti all’accordo di Parigi sul clima, regole scritte gomito a gomito con le lobby dell’industria. Sempre grazie a un leak sappiamo che nell’ultimo round negoziale l’Ue intendeva proporre un depotenziamento delle misure obbligatorie sul risparmio energetico e degli incentivi alle rinnovabili.