(Rinnovabili.it) – Se si approva il Ttip, in agricoltura vincerà la logica del minimo comun denominatore. Secondo un rapporto del CIEL (Center for International and Environmental Law), infatti, l’accordo di libero scambio fra USA e Ue potrebbe sgretolare le barriere ai pesticidi nocivi in vigore nel Vecchio continente.
I grandi gruppi commerciali di ogni settore – e quello agroalimentare più di tutti gli altri – stanno facendo forti pressioni sui negoziatori per ottenere dai colloqui fra le parti il massimo possibile: puntano, in accordo con la Commissione europea e il governo statunitense, a far saltare le barriere non tariffarie al commercio. Si tratta di normative a tutela dell’ambiente, della salute umana e di altri beni e servizi pubblici. Il rischio, secondo il rapporto, è che questo abbia un impatto non indifferente sui regolamenti che limitano l’uso di pesticidi sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea. Le proposte avanzate dalla CropLife America e dall’European Crop Protection Association (ECPA), puntano ad ammorbidire gli standard più severi in materia di anticrittogamici in vigore nell’Ue e nei singoli Stati americani.
«Se adottate, queste raccomandazioni contrasteranno la regolamentazione dei pesticidi che è essenziale per la tutela dei lavoratori, dei consumatori e delle comunità», ha detto Erica Smith, principale autrice dell’analisi.
Ma le pressioni dell’industria hanno un unico obiettivo: allentare i regolamenti e le norme che tutelano salute e ambiente. Si utilizzano, allo scopo, termini come “convergenza regolamentare” e “cooperazione normativa”, che secondo Smith equivalgono, nel gergo del settore, alla richiesta di «adozione del minimo comune denominatore».
CropLife America e ECPA, le associazioni di categoria che rappresentano i principali produttori di sostanze chimiche per l’agricoltura (tra cui BASF, BayerCrop Science, Dow AgroSciences, DuPont Crop Protection, Monsanto e Syngenta Crop Protection) chiedono a gran voce che la politica elimini o riduca gli ostacoli al commercio, promuovendo una cooperazione normativa in linea con gli obiettivi del Ttip.
I gruppi raccomandano l’adozione del sistema statunitense di valutazione del rischio chimico che, secondo l’analisi di Ciel, permette l’utilizzo di almeno 82 pesticidi attualmente vietati nell’Ue. Tra questi ce ne sono alcuni riconosciuti come cancerogeni e interferenti endocrini.
Inoltre, la proposta dell’industria raccomanda che i livelli massimi di residui degli antiparassitari consentiti sui prodotti alimentari siano quelli ammessi negli Stati Uniti. In alcuni casi, questi livelli sono centinaia di volte superiori a quelli attualmente consentiti in Europa.
La proposta delle multinazionali potrebbe inoltre, secondo Ciel, interferire con moratorie attuali da parte dell’Ue e di alcuni governi locali degli Stati Uniti sull’uso dei pesticidi neonicotinoidi, che si pensa stiano contribuendo al crollo della popolazione di api in tutto il mondo.
In questo quadro, piuttosto inquietante, si svolgerà il prossimo round negoziale sul Ttip, in programma i primi di febbraio a Bruxelles.