A pochi giorni dall’insediamento del nuovo presidente ultradestro si susseguono le pessime notizie provenienti dagli Stati Uniti. Sblocco di nuovi oleodotti, contro i quali lottavano da mesi le popolazioni residenti sul percorso, blocco delle comunicazioni per gli enti scientifici e tecnici che si occupano in qualche modo di clima e dei suoi impatti, avvio di un processo di sfruttamento di qualsiasi genere di fonte fossile purché collocata nel sottosuolo nazionale, nomina a capo di Epa (l’agenzia federale per l’ambiente) di un negazionista climatico, affidamento della politica estera a un ex mastino della ExxonMobil. L’unica notizia positiva è la rinuncia, in chiave protezionista, al trattato di libero scambio nel Pacifico.
Tutti questi provvedimenti del neoinsediato presidente si basano su nozioni e analisi relative al funzionamento del mondo, del suo clima e della sua economia che potremmo definire in sintesi “Trumpology”. Il mondo per Trump è illimitato, e sono quindi illimitate anche le sue capacità di sopportare gli effetti dell’inquinamento. Anche la resistenza umana all’inquinamento dev’essere illimitata nel suo modo di vedere, vista la noncuranza con cui si appresta a lasciare mano libera alle assai inquinanti aziende automobilistiche, purché producano sul suolo americano con manodopera americana. Data questa resistenza anche le cure sanitarie sono sostanzialmente superflue quindi è iniziato lo smantellamento del cosiddetto Obamacare, il sistema di assicurazione sanitaria obbligatoria creato con grande fatica negli anni scorsi.
Molto limitata invece è, nonostante le sue enormi dimensioni, la capacità del suolo americano di sopportare nuovi immigrati dal Messico, contro i quali verrà rapidamente eretto un lunghissimo muro di confine. Visto che contro gli stranieri si farà un muro è anche inutile continuare a sovvenzionare le associazioni per la procreazione responsabile, attive soprattutto nei paesi più poveri.
Non sono ancora state istituite cattedre di Trumpology, e per questo è difficile comprendere l’effettiva portata di questa nuova visione del mondo, come dimostrano le contestazioni di famosi scienziati e di organizzazioni ambientaliste. Col tempo capiranno anche loro.