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Trump sul report cambiamenti climatici: “Non ci credo”

Il Presidente degli Stati Uniti mette in dubbio quanto rilevato dal team di esperti e scienziati della sua stessa amministrazione sulle conseguenze economiche e non di cambiamenti climatici non mitigati

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La Casa Bianca minimizza gli scenari paventati in caso di inazione contro i cambiamenti climatici

 

(Rinnovabili.it) – Possiamo chiamarla presunzione politica contro il sapere della scienza? Ormai è un dato di fatto: Trump non crede ai cambiamenti climatici tanto meno a quanto rilevato dalla sua amministrazione, che nel rapporto National Climate Assessment parla di terribili prospettive per gli Stati Uniti se non sarà arrestata la crescita delle emissioni di gas serra. Oltre a questo rapporto, il governo ne ha pubblicato anche un altro interno sull’ambiente, con cattive notizie sulle emissioni legate alle trivellazioni di petrolio e gas sul territorio federale. Ma la risposta di Trump è stata: “Non ci credo”. L’amministrazione Trump ha cercato di minimizzare gli scenari paventati, che parlano di un costo per l’economia statunitense pari a centinaia di miliardi di dollari e che, in termini di vite umane, si traduce in migliaia di vittime ogni anno in futuro. Posizione, quella di Trump, ribadita anche dalla portavoce della Casa Bianca Lindsay Walters, per la quale la valutazione è “basata sullo scenario più estremo.

 

Eppure gli scienziati non hanno dubbi. Con la continua crescita delle emissioni, le perdite annuali in alcuni settori economici potrebbero raggiungere centinaia di miliardi di dollari entro la fine del secolo, le economie e le industrie regionali che dipendono dalle risorse naturali e da un clima favorevole, compresi agricoltura, turismo e pesca, ne soffriranno; il peso di una non azione si sentirà, inoltre, anche sui prezzi delle importazioni e delle esportazioni e graverà sulle aziende che hanno catene di approvvigionamento oltremare. Per il National Climate Assessment, i cambiamenti climatici non mitigati costeranno ogni anno 155 miliardi di dollari di danni alla manodopera e 118 miliardi di dollari di danni alle proprietà costiere. Le vite perse, poi, a causa del caldo e del freddo estremo potrebbero costare altri 141 miliardi di dollari l’anno, cui se ne aggiungerebbero ulteriori 26 per le conseguenze di una peggiorata qualità dell’aria.

 

Il contenimento dell’inquinamento da riscaldamento a livello mondiale ridurrebbe significativamente tali costi, ma l’amministrazione Trump ha costantemente invertito gli sforzi del governo per rallentare i cambiamenti climatici. Anche nell’altro rapporto pubblicato dall’amministrazione, si afferma che il petrolio e il gas prodotti dalle perforazioni su suolo pubblico hanno rappresentato quasi un quarto dell’inquinamento da biossido di carbonio negli Stati Uniti tra il 2004 e il 2015.