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Trivelle: Shell di nuovo alla sbarra per i crimini nel delta del Niger

Due comunità locali portano il colosso del petrolio a processo per non aver bonificato il disastro ambientale provocato dalle trivelle

Trivelle Shell alla sbarra per i crimini nel delta del Niger

 

(Rinnovabili.it) – Nuove cause legali si abbattono su Shell per il disastro ambientale che le trivelle della multinazionale olandese hanno provocato nel delta del Niger. Lo annuncia lo studio legale Leigh Day, che ha preso le parti di due comunità nigeriane ridotte in miseria dalle enormi e velenose fuoriuscite di petrolio nell’area.

Gli avvocati hanno avanzato due richieste di risarcimento durante la prima udienza dell’Alta Corte di Londra, il 2 marzo. Il pool ha rappresentato in passato la comunità Bodo in un analogo processo, che ha costretto i petrolieri a pagare circa 70 milioni di euro e risarcire 15,600 pescatori nigeriani la cui vita era stata distrutta dall’inquinamento. In quel caso, Shell aveva ripetutamente affermato che il volume delle fuoriuscite era di 4 mila barili di petrolio, ma le perizie hanno stimato l’inquinamento in 500 mila barili.

Stavolta sono il regno di Bille e la comunità Ogale a ricorrere in giudizio. Rispettivamente contano 13 mila e 40 mila membri, che vivono di pesca e agricoltura. Le e-mail interne e i rapporti in possesso della Corte inchiodano Shell e la sua controllata nigeriana: il pericolo di una rottura delle infrastrutture vecchie e corrose era noto dal 2001.

 

Trivelle Shell alla sbarra per i crimini nel delta del Niger 2«È vergognoso che Shell debba essere trascinata in tribunale per affrontare questi problemi – ha detto Peter Frankental, direttore del programma economico di Amnesty International Uk – Si sarebbe potuto risparmiare tempo, denaro, salute e angoscia delle comunità colpite se Shell avesse semplicemente accettato le responsabilità e ripulito le fuoriuscite di petrolio».

Secondo un rapporto pubblicato da Amnesty nel novembre 2015, la comunità Ogale è ancora inquinata dopo le perdite occorse ad un oleodotto nel 2009. Quando i ricercatori della ONG hanno visitato il sito, hanno potuto riscontrare il disastro ambientale dei terreni agricoli e della palude, con macchie nere che coprivano la terra e un acre odore di petrolio. Gli idrocarburi trafilano da condutture corrose e furti di greggio, alimentando un fenomeno che affligge questa zona da più di vent’anni. Il delta del Niger detiene grandi ricchezze in termini di petrolio e gas, ma altrettante sul fronte della biodiversità.