(Rinnovabili.it) – Partono le trivelle nel mare di Sicilia: la prima sezione del Tar del Lazio ha giudicato infondato il ricorso contro il progetto Off shore Ibleo presentato da cinque associazioni ambientaliste, dall’Anci, dai Comuni di Ragusa, Santa Croce Camerina, Palma di Montechiaro, Licata, Scicli e Vittoria, da Legacoop Pesca Sicilia e da Touring Club Italia. La sentenza del tribunale dà di fatto il via libera al completamento del progetto di ENI e Edison, che prevede sei pozzi d’estrazione nei campi Argo e Cassiopea, due esplorativi, una piattaforma e vari gasdotti al largo della costa delle province di Caltanissetta, Agrigento e Ragusa.
Peccato che il tribunale abbia saltato a piè pari due capisaldi del ricorso: la contestazione del progetto di ENI ed Edison come non assentibile, per la presenza nell’area di habitat prioritari, dunque in violazione del DM 184/07 e della decisione presa nel 2010 dai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, con la quale il progetto era stato sospeso anziché archiviato, essendo intervenuto nel frattempo un preciso divieto di legge relativo alla distanza di queste attività dalla costa. Per questo motivo Greenpeace, Legambiente e Wwf hanno deciso di appellarsi alla decisione del Tar del Lazio di respingere il ricorso. «Rispettiamo la sentenza del TAR, come ogni altra. Non entriamo nel merito delle valutazioni fatte, ma di quelle non fatte: il TAR omette infatti di pronunciarsi sulle questioni fondamentali del ricorso, come la presenza di habitat prioritari e il fatto che il progetto autorizzato differisca dal progetto originariamente presentato, prevedendo la costruzione di una piattaforma nel limite delle 12 miglia, in assoluta contrarietà al divieto introdotto dal “decreto Prestigiacomo” del 2010», sostengono le associazioni.
E mentre la Regione spalanca le porte alle trivelle selvagge, Associazioni ambientaliste e amministrazioni locali ricordano come per il progetto si stata sancita la compatibilità ambientale senza che venissero nemmeno definiti e valutati gli scenari di rischio rilevante e le possibili conseguenze, violando il principio di precauzione sancito a livello comunitario. Ecco perchè alla mobilitazione notriv vanno aggiunte le lettere di diffida inviate dalle associazioni alla commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, in relazione ai gravi errori rilevati dagli attivisti nello Studio di Impatto Ambientale (SIA) presentato dalla Schlumberger.