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Trivelle: ecco perché le Regioni devono impugnare il “disciplinare tipo”

Il Coordinamento Nazionale No Triv e l’Associazione A Sud hanno inviato una lettera agli amministratori regionali affinché "impugnino senza indugio dinanzi al TAR Lazio" il provvedimento ministeriale

Trivelle: ecco perché le Regioni devono impugnare il “disciplinare tipo”

 

 

(Rinnovabili.it) – Impugnare subito dinanzi al TAR del Lazio il decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 25 marzo 2015, che dà attuazione allo “Sblocca Italia” per la parte concernente le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. E’ quanto chiedono Coordinamento Nazionale No Triv e l’Associazione A Sud in una lettera inviata ai Presidenti delle Giunte regionali e ai Presidenti delle Assemblee regionali di Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Sardegna.

 

Il decreto in questione (“Aggiornamento del disciplinare tipo in attuazione dell’articolo 38 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164) stabilisce, nell’ambito delle competenze del Ministero, le modalità di conferimento dei titoli concessori unici, dei permessi di prospezione, di ricerca e delle concessioni  di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nella terraferma,  nel mare  territoriale  e  nella piattaforma  continentale,  nonché  di esercizio delle attività nell’ambito degli stessi titoli minerari. Secondo le associazioni il testo solleva fondati dubbi di legittimità in relazione alla previsione di un “titolo concessorio unico” in luogo di due titoli distinti (permesso di ricerca e concessione di coltivazione) e dell’estromissione degli Enti locali dal procedimento amministrativo che porta al rilascio di tale titolo.

 

Nella lunga nota inviata agli amministratori dei territori direttamente interessati dalle norme dello Sblocca Italia sulle trivelle, si sottolinea come sia necessario ed urgente che le Regioni promuovano contestualmente conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. “Tale conflitto – spiegano – seguirebbe logicamente i ricorsi in via principale promossi tra la fine dello scorso anno e gli inizi del corrente anno da Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto a seguito dell’approvazione della legge di conversione dello Sblocca Italia e della di Legge di Stabilità 2015”. Per avviare un’azione decisa c’è tempo fino al prossimo 5 luglio 2015.