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Trivelle, sì al referendum: le reazioni dei protagonisti

Dai movimenti alle associazioni, fino alla politica nazionale, il sì della Consulta al referendum sulle trivelle è stato accolto con entusiasmo

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(Rinnovabili.it) – La sentenza della Corte Costituzionale, che ha spianato la strada al referendum sulle trivelle, ha scatenato reazioni da ogni parte del mondo politico e associativo.

 

Movimento No Triv e ambientalisti: le dichiarazioni a caldo

«Apprendiamo con grande soddisfazione che la Corte Costituzionale ha ammesso il quesito referendario sul mare così come riformulato dalla Corte di Cassazione – è stato il commento del Coordinamento nazionale No Triv – I cittadini saranno chiamati a esprimersi per evitare che i permessi già accordati entro le 12 miglia possano proseguire anche oltre la scadenza, per tutta la “durata della vita utile del giacimento”. Rimane fermo il limite delle 12 miglia marine, all’interno delle quali non sarà più possibile accordare permessi di ricerca o sfruttamento».

Al commento dei movimenti si aggiunge la voce delle grandi associazioni: Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e WWF esultano per la sentenza della Corte Costituzionale, «che ci dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al governo: rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani».

 

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Dalle Regioni un entusiasmo “razionale”

La consultazione, promossa inizialmente da 10 Regioni italiane, ha visto scendere il numero dei proponenti a 9 dopo la defezione dell’Abruzzo. Tuttavia, nonostante la Regione ieri fosse schierata con il governo (e dunque contro il referendum) il presidente della Giunta, Luciano D’Alfonso, ha pensato di intestarsene i meriti: «Accolgo con grande rispetto la decisione della Consulta sul referendum residuale. Questa circostanza non modifica le strategie della Giunta che presiedo la quale, è bene ricordarlo, è stata tra le prime a promuovere il ricorso all’iniziativa referendaria per contrastare l’arrivo di Ombrina».

«Renzi dev’essere contento – ha dichiarato a caldo il governatore pugliese del Pd, Michele Emiliano – perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito democratico dev’essere contento per definizione. La campagna referendaria contro le trivelle comincia subito».

Intanto, la Regione Veneto è al lavoro per tenere fuori le trivelle dai suoi confini: «Il primo obiettivo, quello della possibilità di effettuare il referendum, è stato raggiunto, ma ora dobbiamo guardare al traguardo decisivo: quello di impedire le trivellazioni nei nostri territori e nel nostro mare e mettere la parola fine a questa spada di Damocle che pende sulle teste di milioni di cittadini e aziende del Veneto e delle altre regioni adriatiche». Lo ha detto il presidente, Luca Zaia (Lega Nord), fermamente contrario alla ricerca degli idrocarburi. Il suo Consiglio regionale ha dato ieri il via libera per sollevare un conflitto di attribuzione contro il Parlamento, nel tentativo di riabilitare altri due quesiti.

Ottimista ma cauto è anche Piero Lacorazza, presidente lucano del Pd, secondo cui «Non è finita, poiché riteniamo che vada messo un punto fermo: ripristinare il Piano delle Aree per la ricerca e la estrazione ma soprattutto definire una nuova strategia energetica nazionale, in linea con le decisioni assunte alla COP 21 di Parigi».

 

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Le reazioni della politica nazionale nemica delle trivelle

A sostegno del referendum anche il Movimento 5 stelle, con il parlamentare Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente fino a pochi mesi fa. Il M5S si dice pronto «a sostenere la campagna referendaria che dovrà portare gli italiani a decidere tra pochi mesi su un tema importante e sensibile quanto quello dell’energia nucleare. Le alternative alle fonti fossili esistono e non sono un’utopia».

I portavoce di Green Italia, Annalisa Corrado e Oliviero Alotto, chiedono che l’esecutivo non intervenga per «far saltare» il referendum. È infatti in cantiere una norma che impedirebbe la consultazione, stabilendo tempi certi per la durata dei tempi di ricerca ed estrazione. «Saranno i cittadini – chiede invece Green Italia – a decidere se vorranno che si trivelli di fronte alle spiagge che vivono di turismo».

Sulla stessa linea Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana: «Toccherà finalmente agli italiani decidere se si vuole distruggere il nostro patrimonio ambientale e i nostri mari per inseguire il petrolio ed un modello di sviluppo inquinante, sbagliato e ormai arretrato».

 

Trivelle, sì al referendum le reazioni dei protagonisti«Nonostante pressioni e tradimenti messi in atto dal Governo per impedire il referendum – ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde – la Corte Costituzionale ha dato via libera a un referendum No Triv. Si voti a giugno con le amministrative. In questi giorni si è assistito a pressioni di ogni tipo da parte del governo, tanto che la Regione Abruzzo si è sfilata dalla richiesta di referendum con un voltafaccia senza precedenti».

Felice anche Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, che in una nota afferma che «quella della Consulta è una decisione di straordinaria importanza perché, di fatto, i cittadini potranno esprimersi sulla polita energetica dell’Italia».