Le più alte cariche dello Stato hanno espresso il loro endorsement alla partecipazione. Ma sulle trivelle, il Colle non ha proferito verbo
(Rinnovabili.it) – Dunque, riassumendo: oggi il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, ha invitato a non disertare il referendum sulle trivelle del 17 aprile; giovedì scorso il presidente del Senato, Pietro Grasso, e la presidente della Camera, Laura Boldrini (seconda e terza carica dello Stato) hanno dichiarato che parteciperanno alla consultazione; venerdì il ministro francese dell’Ecologia, Ségolène Royal, ha deciso di applicare una moratoria immediata sui permessi di ricerca di idrocarburi nel Mar Mediterraneo dopo che la Croazia l’ha già in vigore da tempo.
Eppure, mentre in tutto il Paese – e anche in quelli confinanti – si sta parlando di trivellazioni in mare, il presente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha ancora espresso un parere. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi invece sì, lo ha fatto eccome: ha invitato gli italiani ad astenersi per far mancare il quorum, prendendosi anche una denuncia dai Radicali perché «l’istigazione all’astensione da parte di membri del governo, più volte perpetrata dal premier Matteo Renzi e dal sottosegretario allo Sviluppo economico Teresa Bellanova, costituisce reato».
A fare da contorno, lo scandalo che ha travolto l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, imperniato proprio sui rapporti che pezzi del governo intrattengono con le lobby del petrolio e del gas. Dinanzi a questo polverone, tuttavia, Mattarella rimane impassibile, invisibile. Tra poco, però, in troppi cominceranno a considerarlo inaudito.