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Trivelle, Greenpeace abborda una piattaforma offshore

Un gruppo di attivisti è salito sulla Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, per chiedere agli italiani un Sì al referendum sulle trivelle

Trivelle Greenpeace abborda una piattaforma offshore 12

 

(Rinnovabili.it) – Stop trivelle, il 17 aprile vota Sì. Il messaggio di Greenpeace, stampato su due giganteschi striscioni, è stato esposto a corredo di un gesto eclatante, sullo stile di quelli che hanno reso celebre l’associazione ambientalista. Un gruppo di attivisti, questa mattina, ha “abbordato” la piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, allo scopo di sensibilizzare l’Italia sulla prossima consultazione, dalla quale ci separano poco meno di due settimane.

In mancanza di una seria trattazione dell’argomento da parte del servizio pubblico (basti citare i primi 20 minuti di “Porta a Porta” ieri sera), ai promotori non resta che fare da sé per bucare lo schermo. E in questo Greenpeace ha maturato una certa competenza.

L’azione di questa mattina è servita anche per annunciare un esposto presentato in 30 Procure della Repubblica contro le trivelle “fuorilegge”, 34 piattaforme offshore dell’ENI il cui danno ambientale è conclamato dagli stessi dati del Ministero dell’Ambiente (per approfondire, leggi: Trivelle cancerogene inquinano i nostri mari).

 

 

L’esposto denuncia una situazione di potenziale rischio per l’ambiente e per la salute connesso con le estrazioni già in corso nei mari italiani.

«Greenpeace invita le autorità competenti, in applicazione del principio di precauzione comunitario, a intervenire per verificare la correttezza e completezza delle analisi ambientali svolte sulle piattaforme», si legge nella nota diffusa dopo il blitz.

L’associazione vuole andare fino in fondo alle lacune del Ministero. Una richiesta di accesso agli atti ha consegnato agli attivisti i piani di monitoraggio di 34 piattaforme, ma mancano all’appello quelli relativi ad altri 101 impianti. Che fine hanno fatto? Esistono e il Ministro non vuole renderli pubblici, oppure non sono mai stati raccolti? In ogni caso c’è un problema, e questo va reso di pubblico dominio. Tantopiù che l’analisi dei dati ottenuti da Greenpeace mostra che, nell’area marina intorno alle piattaforme, sono presenti inquinanti in concentrazioni spesso superiori ai valori soglia previsti dalle norme. Trivelle fuorilegge, dunque, e come tali vanno denunciate… con un occhio al referendum.