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Trivelle in Artico: Shell lascia il porto, 25 attivisti in carcere

Trivelle in Artico Shell lascia il porto 25 attivisti in carcere_

 

(Rinnovabili.it) – Qualche ora in galera e 500 dollari di multa. È la sorte toccata a 25 attivisti che tentavano di fermare la partenza della piattaforma petrolifera di Shell da porto di Seattle. L’azienda ha levato l’ancora per portare le trivelle in Artico e bucare in cerca di petrolio nei mari di Beaufort e Chukchi, al largo dell’Alaska. Capitanati da Greenpeace, un gruppo di “kayaktivisti” (questo il nome che si sono dati i dimostranti) si è disposto a ventaglio nelle acque del porto, impedendo per ore il passaggio della piattaforma.

 

Trivelle in Artico Shell lascia il porto 25 attivisti in carcereL’arrivo della Guardia costiera ha portato all’arresto degli attivisti e sgombrato il campo alla multinazionale, che ha potuto uscire dal porto. Per qualche lungo momento si è anche pensato che il mastodontico impianto galleggiante si fosse arenato. Infatti, si era inspiegabilmente fermato nei pressi di Bainbridge Island, isoletta di 170 km quadrati a una dozzina di km di traghetto da Seattle. Una valanga di tweets tramandava messaggi: la piattaforma si è arenata, dicevano speranzosi. Il capitano della Guardia costiera, George Degener, ha però smentito, dichiarando che il “pit stop” era dovuto a un cambio della configurazione di traino.

Shell ha intenzione di tornare riportare le trivelle in Artico dopo aver ottenuto i permessi definitivi da parte del governo federale, che attendeva da 3 anni. Nel 2012, era stata costretta ad abbandonare le esplorazioni a seguito di una serie di incidenti che hanno messo a rischio l’ecosistema e la vita dei lavoratori.

 

I gruppi ambientalisti sostengono che la ricerca di petrolio nei mari di Chukchi e Beaufort potrebbe provocare disastri in una zona popolata da balene, trichechi e orsi polari, che aiuta a regolare il clima globale grazie ai suoi vasti strati di ghiaccio marino. Una fuoriuscita di petrolio, secondo i critici, sarebbe quasi impossibile da gestire in quelle condizioni climatiche. Shell ha assicurato ai funzionari federali che i piani di sicurezza presentati prevedono la rimozione di una quota pari al 90-95% di qualsiasi fuoriuscita di petrolio. E il governo le ha creduto, rilasciando i permessi per tornare tra i ghiacci.

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