(Rinnovabili.it) – Per promuovere il referendum sulle trivelle c’era stato un voto dell’intero Consiglio regionale, per tradirlo invece si è presa una strada potenzialmente illegittima. La Regione Abruzzo ha dato fondo al suo campionario di stratagemmi per uscire dal blocco dei proponenti la consultazione: il consigliere delegato abruzzese, Lucrezio Paolini, ha ritirato infatti la delega al professor Stelio Mangiameli a seguito di una decisione assunta dalla Giunta all’insaputa del Consiglio. Il gesto ha fatto insorgere i movimenti No Triv, che quel referendum se lo erano visti appoggiare anche dalla Giunta di Luciano D’Alfonso, poi ricondotta a più miti consigli dal disappunto di Renzi.
Nessun atto ufficiale del Consiglio regionale, dunque. Ma un documento non ufficiale esiste: riporta la data dell’11 gennaio, e il parere di 18 consiglieri di maggioranza, che avrebbero chiesto di non sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi alla Corte Costituzionale.
«In Abruzzo ormai siamo a questo – scrive Enzo di Salvatore, costituzionalista e coordinatore del movimento No Triv – A un pezzo di carta in luogo di una delibera del Consiglio regionale, firmato dai soli consiglieri di maggioranza, con il quale si “autorizza” il rappresentante del Consiglio regionale a non agire a tutela del referendum davanti alla Corte costituzionale. La critica che è stata mossa in questi ultimi giorni alla decisione della Giunta regionale abruzzese di uscire dal “fronte” referendario non riguarda il referendum in sé, ma il rispetto della Costituzione e del principio democratico: se la Regione ha intenzione di uscire, e di far affossare persino il referendum No Triv, è comunque tenuta a seguire la strada che il diritto le prescrive».
Intanto il silenzio assordante degli assessori abruzzesi è indice di come le comunicazioni in tema trivelle siano ridotte al minimo per evitare altre figuracce. È da più di un mese che non si hanno dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Mario Mazzocca. Il 5 dicembre dichiarava fiero i meriti della sua Regione rispetto al parere favorevole della Cassazione sui referendum No Triv. Le sue parole, riprese da Il Centro, erano esattamente queste: «È evidente che tale risultato è stato raggiunto anche grazie alle varie iniziative da noi intraprese. Ora si entra nella fase della concretezza, per la quale auspichiamo che venga dato massimo rispetto al voto popolare dei cittadini per fermare la deriva petrolifera del nostro territorio e del nostro mare. Noi, come sempre, siamo pronti».
A cambiare casacca.