Secondo quanto illustrato da Sogin, il decommissioning della centrale E. Fermi richiederà 234 mln di euro e produrrà 234.000 tonnellate di rifiuti, di cui 2.000 radioattivi
(Rinnovabili.it) – Adeguamenti dei depositi temporanei, realizzazione delle facilities di supporto ai lavori di decommissioning, smantellamento dei sistemi e dei componenti dell’isola nucleare e rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica. Sono queste le quattro fasi con le quali Sogin Spa procederà allo smantellamento e alla bonifica della centrale nucleare Enrico Fermi di Trino, in provincia di Vercelli; un’operazione per la quale saranno necessari 234 milioni di euro.
Decine di migliaia le tonnellate di materiale di scarto (214.000 tonnellate) che si stima saranno prodotte dalle operazioni di smantellamento; di queste, 2.000 sono rifiuti radioattivi, che saranno stoccati in sicurezza nell’impianto e che Sogin Spa intende conferire al Deposito Nazionale quando (e se) quest’ultimo vedrà la luce. Il piano delle operazioni, che è stato illustrato questa mattina, arriva dopo che alcune attività di bonifica risultano ad oggi già effettuate: sono state infatti demolite le torri di raffreddamento, abbattuta la torre meteorologica, decontaminati i generatori di vapore, smantellati gli edifici che ospitavano i generatori diesel d’emergenza e la turbina, rimossa la traversa sul Po e i sistemi ausiliari non contaminati della zona controllata, bonificato l’amianto.
Per placare l’eventuale polverone di polemiche che certi certe circostanze riescono a creare, la Società ha tenuto a precisare che: «Tutte le operazioni saranno autorizzate dagli Enti e Istituzioni, locali e nazionali, preposti a sovrintendere e sorvegliare, ciascuno per la propria competenza, allo svolgimento della bonifica ambientale del sito ed alla gestione dei rifiuti radioattivi. A garanzia della sostenibilità ambientale, gli interventi saranno progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcun impatto sia “radiologico” sia “convenzionale” sull’ambiente». Per arrivare al prato verde, ovvero al sito libero da vincoli radiologici, occorrerà aspettare fino al 2024.