Infuriano i negoziati dell’organizzazione dell’aviazione civile internazionale per introdurre nuovi standard di efficienza che taglino l'inquinamento
(Rinnovabili.it) – Si sono aperti ieri a Montréal i negoziati in seno all’ICAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’aviazione civile. L’obiettivo è raggiungere nuovi standard di emissioni per il settore, il cui contributo all’inquinamento e al riscaldamento globale è destinato ad esplodere nei prossimi 30 anni.
Si è dibattuto molto, ieri, sulla necessità di migliorare l’efficienza dei modelli di velivolo o abbandonarne la produzione a partire dal 2023. Una misura che andrebbe a colpire le grandi aziende produttrici di aeromobili, le quali finora hanno organizzato un fuoco di fila tramite azioni incessanti di lobby, riuscendo a rallentare drasticamente i tempi della riforma. Basti pensare che alla COP 21 di Parigi, i negoziatori climatici non si sono neppure sognati di includere le emissioni dell’aviazione o del trasporto navale (altro cartello di grandi inquinatori) dentro l’accordo. Non sarebbe mai andato in porto.
Ecco perché l’ICAO, che fa capo all’ONU, deve addivenire ad una strategia condivisa il prima possibile. I negoziati andranno avanti fino a venerdì 12 febbraio, data limite per un primo accordo market-based (basato su meccanismi di mercato) da finalizzare entro la fine dell’anno.
L’Europa schierata dalla parte dell’inquinamento
Si tratta comunque di una riforma piuttosto blanda, che dovrebbe coinvolgere soprattutto gli aerei di nuova costruzione. Per quelli già in produzione vengono proposti solo parziali miglioramenti. Eppure è questo il capitolo più ferocemente contestato dalle aziende, che non vogliono affrontare aumenti di costi.
Vi è poi l’inerzia della politica europea. A sorpresa l’Unione vorrebbe una riforma ancora meno stringente rispetto alle proposte di Stati Uniti e Canada, Paesi che non hanno mai avuto grande vena ambientalista. Eppure sono loro a spingere per degli standard più elevati. Non che la proposta sia da ritenersi uno stravolgimento della situazione attuale. L’inquinamento da emissioni di carbonio prodotto dall’aviazione civile crescerà di 3-4 volte entro il 2040. Gli ambientalisti vorrebbero che si iniziasse a riformare il settore dal 2020, ma è più probabile che abbia inizio nel 2023. Lo scenario peggiore, quello caldeggiato dall’industria, prevede una introduzione graduale dei nuovi standard, dal 2023 al 2028.
È possibile che, una volta approvato il piano, il colosso europeo Airbus dovrà gradualmente migliorare l’efficienza dei motori del più grande velivolo passeggeri del mondo: il superjumbo A380. Anche gli statunitensi della Boeing potrebbero dover mettere mano ai loro 747 e 748.