Raggiunto l’accordo in seno all'ICAO. L’industria dell’aviazione avrà 12 anni per adeguarsi ai deboli standard sull'inquinamento
(Rinnovabili.it) – Dalla COP 21 al dieselgate la prassi è ormai nota, perciò non vi è nulla di scandaloso nell’accordo raggiunto ieri a Montréal, durante il secondo giorno di negoziati dell’ICAO (Organizzazione dell’aviazione civile internazionale). È passato il progetto di riforma che garantisce ampia libertà di inquinamento all’industria dell’aviazione civile. Manca la ratifica del direttivo dell’organizzazione, ma c’è tempo fino alla fine dell’anno. Dopo sei anni di negoziati, dunque, l’accordo internazionale per l’aggiornamento degli standard di efficienza per l’aviazione appare deludente e insufficiente a contenere un aumento delle emissioni. L’inquinamento prodotto dal trasporto aereo potrebbe crescere di 3-4 volte entro il 2040.
Gli ambientalisti chiedevano che la riforma fissasse dei tagli delle emissioni più profondi, mentre il patto raggiunto dai negoziatori di 22 nazioni non costringe l’industria a grandi adeguamenti: per gli aeromobili di nuova costruzione, gli standard entreranno in vigore dal 2020. I modelli già esistenti, invece, dovranno adattarsi tra il 2023 e il 2028. Le restrizioni diventeranno obbligatorie per le autorità aeronautiche nazionali in tutto il mondo.
Nessun problema per Boeing e Airbus, colossi del settore, i cui modelli più recenti – ad esempio il 737 MAX o l’A320 neo – già oggi superano gli standard. Gli aerei più vecchi ancora in produzione, come il 747 e i jumbo jet A380, A330 e 777, dovranno invece essere eliminati entro il 2028 o resi più efficienti.
L’ICAO aveva incasellato tutte le proposte di riforma in una scala da 1 a 10, dove “1” rappresentava un taglio di CO2 pari al 20% e “10” una riduzione del 40,4%. Alla fine è passata l’opzione “7”, spinta dagli Stati Uniti e dal Canada. L’Unione europea, invece, chiedeva di sostenere il livello “6”.
La Casa Bianca, che ha accolto con favore l’intesa, ritiene che comporterà una riduzione di 650 milioni di tonnellate di CO2 tra il 2020 e il 2040. Secondo l’ONG europea Transport & Environment, invece, il quantitativo sarà molto minore, circa 300 milioni di tonnellate. A detta dell’International Council on Clean Transportation, invece, la proposta chiede una riduzione pari ad appena il 4% delle emissioni entro i prossimi 12 anni.