(Rinnovabili.it) – Dopo aver allentato le redini nel 2009 il settore del riciclo rifiuti italiano sembra essere tornato sulla retta via in tutte le sue filiere. L’importante flessione che ha caratterizzato il comparto (-25%) è stata pienamente recuperata nel 2010, anno in cui sono stati sottratti alla discarica quasi 34 milioni di tonnellate di rifiuti, un più 40% rispetto al 2009. I numeri sono quelli del Rapporto L’Italia del Riciclo 2011 promosso da FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che è stato presentato questa mattina a Roma presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio. L’inversione di tendenza registrata lo scorso anno è caratterizzata da una positività su quasi tutti gli indici dei sei principali flussi di recupero: trend in crescita per i rottami ferrosi (+67,9%), buona ripresa per alluminio (+18%), carta (+9,3%), legno (+15,4%) e vetro (+7,5%), mentre registra una modesta flessione solo nel comparto della plastica (- 0,7%). Il 2010 ha, inoltre, segnato il decollo del sistema di raccolta e gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con una raccolta di 245.000 tonnellate, che ha consentito di raggiungere l’obiettivo europeo dei 4 chilogrammi pro-capite. Bene anche la crescita dei quantitativi di rifiuto organico trattati, già aumentato di 400.000 tonnellate dal 2008 al 2009: si stima che la raccolta differenziata dell’umido e del verde abbia raggiunto 3 milioni di tonnellate nel 2010.
Con un peggioramento del 5,3% e un valore di circa 2,5 milioni di tonnellate continua ad essere negativo il saldo export-import 2010; uniche eccezioni, il settore della carta e quello della plastica entrambi esportatori con un saldo positivo.
“I dati positivi del settore nel 2010”, ha evidenziato Corrado Scapino, Presidente di Unire, “sono una conferma di come il recupero dei rifiuti costituisca un passaggio imprescindibile per la transizione verso la ‘Green Economy’ e una risorsa indispensabile per diminuire la dipendenza del nostro Paese dall’estero per le materie prime, partecipare alla ripresa economica e contribuire a ridurre gli impatti negativi dello sfruttamento dei materiali vergini e dello smaltimento in discarica. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che oggi le strategie di crescita industriale si coniughino con politiche di sviluppo sostenibile che prevedono l’impegno e la partecipazione di tutti i soggetti economici presenti nella filiera”.
Dal Rapporto emergono altri dati interessanti: sono aumentati del 15% rispetto al 2009 i Centri di Raccolta gestiti dai Comuni e dalle aziende di servizi ambientali – 3.564 unità sul territorio nazionale – servendo così l’89,62% della popolazione italiana anche se con notevoli discrepanze a livello regionale. Il divario tra Nord (96,4% della popolazione servita), Centro (88,8%) e Sud (80,7%) rimane forte nonostante il mezzo giorno abbia registrato la crescita annuale più consistente (7 punti percentuali). Nel 2010 i ritiri effettuati dai Sistemi Collettivi presso i Centri di Raccolta (CdR) sono stati 140mila rispetto ai circa 110mila del 2009. Il trend di crescita è risultato piuttosto costante nell’anno, con picchi di oltre 12mila ritiri nei mesi di agosto, settembre e ottobre.