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Torino, Napoli, Salerno e Palermo sono le città della differenziata

L'impegno per la diffusione della raccolta differenziata sta dando i suoi frutti ma lo stesso non si può dire per le politiche di riduzione dei rifiuti

(Rinnovabili.it) – Torino, Napoli, Salerno e Palermo divengono un‘eccellenza nella raccolta differenziata arrivando a smaltire correttamente il 70% dei rifiuti. Le città hanno infatti da tempo attivato il programma di raccolta descritto in occasione del convegno “Prevenzione, raccolte differenziate di qualità e recupero: questa la strada maestra per ridurre lo smaltimento in discarica” organizzato sabato a Napoli da Legambiente e Federambiente, in collaborazione con il Comune di Napoli. L’evento è stato l’occasione per dimostrare come la città di Salerno sia riuscita a raggiungere il risultato sperato in soli due anni grazie alla raccolta domiciliare, come sta accadendo anche in una parte di Napoli e a Palermo.

Passando al nord della penisola, per i buoni risultati ottenuti spicca la città di Torino, dove la raccolta domiciliare integrata che raggiunge gli oltre 400mila abitanti ha raggiunto percentuali di successo tra il 43 e il 71%.

Si nota quindi che il successo non è esclusivo dei piccoli comuni visto che i maggiori successi arrivano dalle grandi realtà impegnate non solo nella raccolta differenziata, ma anche in politiche di informazione e prevenzione, nello sviluppo di filiere di riciclaggio e di riuso che negli ultimi 15 anni hanno portato il paese a raggiungere importanti numeri. A rivelarlo sono i dati di Federambiente che testimoniano però un grande impegno, sia a livello regionale che provinciale, anche attraverso la riduzione del packaging e la diffusione di prodotti alla spina.

“La strada per avviare il ciclo dei rifiuti di tutto il Paese verso gli standard europei è ormai tracciata – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Gli obiettivi della nuova direttiva europea sui rifiuti e della legge italiana di recepimento sono chiari: entro il 2013 occorre varare un programma nazionale di prevenzione ed entro un anno si deve raggiungere il 65% di raccolta differenziata da avviare a riciclaggio. Per raggiungerli serve promuovere le politiche di prevenzione, la raccolta domiciliare e la tariffazione puntuale in tutte le città italiane, completare la rete impiantistica per il recupero, soprattutto della frazione organica, e il trattamento dei rifiuti per minimizzare lo smaltimento in discarica, i cui costi dovranno essere aumentati anche rivedendo lo strumento dell’ecotassa regionale. Solo così riusciremo a voltare pagina una volta per tutte rispetto all’immagine del Paese delle emergenze rifiuti che ci ha contraddistinto più volte negli ultimi anni anche a livello internazionale”.

“È una riflessione importante quella che si è svolta qui, basata su una serie di esperienze concrete scelte ad esempio fra le tante che ci caratterizzano oggi nello sviluppo della raccolta differenziata e più complessivamente nella gestione dei rifiuti urbani – afferma Gianluca Cencia, direttore di Federambiente -. Queste positive esperienze non devono però rischiare di non trovare adeguata rispondenza nella normativa generale sui servizi pubblici locali e nella tariffazione, che ancora non hanno trovato un chiaro equilibrio e, soprattutto, regole certe”.