(Rinnovabili.it) – Il biossido di titanio o titania (TiO2) è un materiale ampiamente diffuso. Ai suoi molteplici utilizzi se ne potrebbe però aggiungere presto un altro grazie al lavoro svolto dall’Università di Alicante. Qui, nei laboratori di Nanotecnologia Molecolare, un gruppo di scienziati ha regalato ai cristalli di questo noto composto fotocatalitico la capacità di rivelarsi un’efficace arma contro gli inquinanti marini. Come? Semplicemente cambiandogli colore.
In realtà l’uso finale (all’interno di corpi idrici o acque contaminate) non è vera una novità: in Spagna si testa oramai da tempo il biossido di titanio – nella forma anatasio – come materiale degradante di sostanze tossico-inquinanti. La vera innovazione della ricerca condotta da Elena Serrano e colleghi è quella di aver aumentato l’efficienza con cui questo composto lavora modificando, con un semplicissimo procedimento, il colore da bianco a nero.
Economico da produrre il TiO2 ha oggi diversi usi. E’ impiegato come pigmento opacizzante in saponi, cosmetici, vernici, carta per alimenti, dentifrici e medicine. E grazie alla sua capacità di assorbire gli ultravioletti (UV) anche ampiamente usato anche in qualità di filtro solare. La sua caratteristica più interessante, (e anche meno controversa) è però quella di essere un fotocatalizzatore, ovvero può sfruttare l’energia della radiazione ultravioletta che ha assorbito per far avvenire delle reazioni chimiche in altre molecole che si trovano molto vicine alla superficie delle particelle. Tuttavia, dal momento che gli UV rappresentano solo il 5% della radiazione solare, il biossido di titanio è relativamente inefficiente nel ruolo di decontaminante.
Ecco perché i ricercatori hanno aggiunto un composto comunemente presente nelle tinture per capelli durante la preparazione del biossido di titanio per creare il “titania nero“. Poiché il nero assorbe una gamma molto più ampia dello spettro solare, questo nuovo composto presenta una attività fotocatalitica più efficiente. Questa forma può rivelarsi utile negli impianti di trattamento delle acque, abbattendo gli inquinanti organici e purificando l’acqua. La nuova procedura è stata brevettata dall’Università sotto il titolo (tradotto) “Procedure for the in-situ synthesis of functionalised titanias and their uses“.