Filiere agricole di qualità, tutela della biodiversità, attenzione all’ambiente, rispetto del territorio. La piattaforma Terre di Sud promuove piccolissime realtà produttive di eccellenza mettendole in rete
(Rinnovabili.it) – È utile fare rete in campo agricolo? Terre di Sud è la prova che anche in questo campo l’unione può fare la differenza. Nata circa tre anni fa, Terre di Sud è una piattaforma per la valorizzazione delle filiere agricole di qualità del Mezzogiorno: il suo obiettivo, infatti, è promuovere non solo il consumo, ma soprattutto la conoscenza dei prodotti biologici locali favorendo l’incontro tra produttori e rivenditori che lavorano nel Sud Italia.
Terre di Sud raccoglie una serie di piccole aziende di Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata. Come ci ha spiegato Sabato Petrosino, titolare dell’omonima azienda agricola, da tre anni Terre di Sud sta cercando di mettere in rete queste piccolissime realtà produttive e di promuoverle sul territorio grazie a un’efficiente rete di distribuzione. Un’operazione che non è mai stata fatta, tanto che i produttori sono costretti a portare i loro prodotti nel Nord Italia, nel Nord Europa o anche in altri continenti.
Petrosino ha sottolineato che i prodotti della rete Terre di Sud sono delle vere eccellenze non solo in quanto biologici – quasi la totalità di essi lo è, come testimonia la certificazione – ma anche per l’alto livello qualitativo di piccole produzioni. Un importante obiettivo di Terre di Sud è di far conoscere tante coltivazioni che erano state abbandonate a favore di produzioni più intensive e che oggi sono stati riscoperte dalle piccole aziende agricole locali. Petrosino cita un esempio per tutti: il fagiolo di Controne – Presidio Slow Food, che lo ha inserito tra le cento specialità da salvare e che viene coltivato con pratiche ecocompatibili – prende il nome dal piccolo territorio in provincia di Salerno dove viene prodotto e al quale dal 1983 è anche dedicata una sagra.
Questo fagiolo ha delle proprietà eccellenti, sia dal punto di vista organolettico che dell’utilizzo in cucina: ha la buccia sottile, non deve essere messo in ammollo, i tempi di cottura sono inferiori a quelli dei fagioli comuni e la sensazione al palato è di particolare cremosità. Le peculiarità del fagiolo di Controne sono dovute alle caratteristiche del terreno – una roccia formata da una stratificazione ricca di carbonati non molto profonda che dà origine a terreni freschi e fertili – e all’acqua che proviene dalle sorgenti alimentate dalle falde acquifere dei monti Alburni. In questa zona si producono fagioli da secoli, ma la qualità più famosa è un fagiolo piccolo, bianco, di forma tondeggiante senza macchie né occhi.
È un fagiolo tardivo, che viene seminato a luglio in piccoli orti: la conformazione geografica e la pendenza non permettono coltivazioni estese. Il valore del prodotto è quindi dovuto anche alla bassissima produzione. La raccolta avviene a novembre.
Nel Sud Italia c’è grande ricchezza di legumi: Sabato Petrosino cita in proposito anche il fagiolo bianco di Montefalcone, di calibro piccolo e alta digeribilità, una coltivazione presente da almeno 200 anni nel Sannio beneventano e riscoperto da pochissimo da un’azienda locale. Non mancano le eccellenze anche per quanto riguarda le cultivar per la produzione di olio come la Rotondella e la Carpellese, che producono un olio intenso a bassissima acidità.
Nella rete Terre di Sud ci sono produttori dei Presidi Slow Food: una garanzia non solo della qualità del prodotto, ma soprattutto della sostenibilità di una produzione che vuole tutelare la biodiversità mantenendo l’attenzione all’ambiente e il rispetto del territorio.