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La Terra gira più lenta a causa del cambiamento climatico

La terra gira più lenta a causa del cambiamento climatico

 

(Rinnovabili.it) – La fusione dei ghiacci sta causando un rallentamento della rotazione terrestre. Lo hanno scoperto gli scienziati della Harvard University, sostenendo che si tratta di un ulteriore effetto macroscopico del cambiamento climatico. I mutamenti nella velocità di rotazione del nostro pianeta sono stati misurati con calcoli astronomici e dati satellitari. Il fenomeno deriva dall’aumento globale del livello del mare provocato dalla continua dissoluzione del ghiaccio polare in acqua.

«Dato che i ghiacciai si trovano ad alte latitudini – ha spiegato Jerry Mitrovica, geofisico dell’Università di Harvard – nel momento in cui si fondono ridistribuiscono acqua verso le latitudini più basse. Come un pattinatore che allontana dal corpo le braccia (per rallentare la rotazione su se stesso), questo fenomeno opera abbassando la velocità di rotazione della Terra».

 

A ciò si aggiunge un altro problema, secondo i ricercatori: il Polo Nord ha cominciato a fluttuare, dando vita ad un fenomeno noto come «vagabondaggio polare», una oscillazione minima ma sensibile e misurabile che si riflette in uno spostamento dell’asse terrestre. In pratica, lo scioglimento delle piattaforme di ghiaccio e l’innalzamento del livello del mare ha portato l’asse di rotazione del globo (e quindi del Polo Nord) a una migrazione di circa un centimetro l’anno. Di qui, spiegano da Harvard, deriva la diminuzione della velocità rotatoria, che provocato un aumento della durata del giorno di un millesimo di secondo nel XX secolo.

Sono effetti minimi, che tuttavia danno il segno del profondo impatto del cambiamento climatico indotto dall’uomo sulla vita del pianeta. I ricercatori rassicurano sul fatto che il rallentamento della rotazione non costituisce un pericolo per la Terra. Ma se le calotte polari si scioglieranno a una velocità crescente, così come annunciato da recenti studi, anche l’impatto sull’asse terrestre aumenterà. Stiamo andando verso questo scenario: il volume dei ghiacci diminuirà di una percentuale tra il 15 e l’85% per l’IPCC, a seconda degli sforzi internazionali nella riduzione delle emissioni e nell’abbandono della deforestazione.

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