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Tassonomia finanza sostenibile: cosa è veramente “verde”?

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Foto di Nattanan Kanchanaprat da Pixabay

 

Anche le grandi società quotate in borsa e gli emettitori di green bond dovranno rispondere alla nuova tassonomia della finanza sostenibile

(Rinnovabili.it) – Raggiunto l’accordo sul Regolamento della tassonomia negli investimenti verdi. Uno dei più ardui capitoli della nuova strategia europea sulla finanza sostenibile ha finalmente un punto fermo grazie all’intesa fra Europarlamento e Stati membri. I deputati e la presidenza finlandese del Consiglio UE hanno messo fine, ieri pomeriggio, ad oltre un anno e mezzo di negoziati trovando la tanto attesa quadra.

 

 

L’accordo deve essere ancora ufficializzato come le votazioni formali dei legislatori, ma per gli attivisti si tratta di un “inaspettato regalo di Natale in anticipo”.

“Oggi i negoziatori hanno dato ascolto a oltre 120.000 cittadini che hanno detto loro di contrastare il greenwashing nei servizi finanziari”, ha dichiarato William Todts, direttore esecutivo di T&E. “In nuovo standard green dell’UE significherà non poter più vendere alle persone falsi investimenti verdi. Se vogliamo fermare il cambiamento climatico, abbiamo bisogno che il denaro fluisca verso elementi realmente positivi come la mobilità elettrica o l’idrogeno e non verso diesel, gas e biocarburanti sporchi”.

 

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Il regolamento stabilisce un quadro giuridico per la tassonomia della finanza sostenibile europea, definendo standard basati su prove scientifiche piuttosto che su compromessi politici. In base all’accordo, dal 2020 tutti i prodotti finanziari che dichiarano di essere green dovranno rivelare esattamente quale percentuale dei loro investimenti sono rispettosi dell’ambiente. Le attività potranno essere classificate come “verdi” se in grado di portare reali benefici ambientali e climatici, di “transizione” (attività che attualmente non sono ecologiche) e di “abilitazione” (come la produzione di acciaio per i binari del treno).

Tra le grandi novità introdotte dal provvedimento c’è anche l’applicazione del nuovo sistema di classificazione a tutto il mondo finanziario, estendendo l’obbligo di rivelare la conformità ai nuovi standard anche agli emittenti di obbligazioni e alle società quotate in borsa.

In questo contesto, il carbone è esplicitamente escluso come prodotto finanziario sostenibile. Salvi invece elementi critici come l’energia nucleare, uno degli ultimi e più ardui nodi dei negoziati. Tuttavia per questi elementi, spiega l’eurodeputato verde Sven Giegold, gli standard di protezione ambientale da soddisfare (principio del non-danno) sono così elevati che verrebbero de facto esclusi. “Indipendentemente da ciò che pensiamo del nucleare, la reputazione dei mercati finanziari verdi non dovrebbe essere minata – ha commentato Giegold. “L’energia nucleare troverà sempre finanziamenti senza la necessità di essere dichiarata ‘sostenibile'”.

Una parte importante del pacchetto riguarda la struttura di governance. L’accordo istituisce una piattaforma indipendente sulla finanza sostenibile che svilupperà e manterrà la tassonomia aggiornata in futuro. Monitorerà inoltre i flussi di capitale verso investimenti sostenibili e fornirà consulenza agli Stati membri sulla transizione economica.

 

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