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La Commissione Europea propone una tassa sulla plastica

Press conference of Günther Oettinger, Member of the EC

tassa sulla plastica
Il Commissario al bilancio Günther Oettinger

Il Commissario Oettinger anticipa la nuova tassa sulla plastica

 

(Rinnovabili.it) – Mentre l’Italia vive gli ultimi strascichi della bufera innescata dai sacchetti dell’ortofrutta, dall’Europa arriva un nuova proposta riguardante gli imballaggi polimerici: una tassa sulla plastica le cui entrate siano destinate nel bilancio UE. A renderlo noto è il Commissario responsabile al budget e alle risorse umane, Günther H.Oettinger intervenuto oggi al primo dibattito sul quadro finanziario pluriennale post 2020. Il nuovi piani di bilancio a lungo termine dovranno essere pronti in meno di cinque mesi: l’esecutivo europeo ha promesso di pubblicare la proposta entro maggio 2018, redigendo un testo in grado di rispondere alle principali questioni finanziarie dell’Europa.

 

L’obiettivo è riuscire continuare a investire sulla crescita, l’occupazione e l’innovazione, affrontando al contempo le principali sfide del decennio a venire: la rivoluzione digitale, la globalizzazione, i cambiamenti climatici, ma anche la migrazione, la difesa e la sicurezza. E risolvendo il grande gap finanziario a cui l’UE sta andando incontro: la Brexit. Il quadro finanziario pluriennale sarà accompagnato una serie di proposte legislative che definiranno i futuri programmi di spesa dell’UE facendo propri i risultati positivi dei bilanci precedenti.

 

Dall’ETS alla tassa sulla plastica

Oettinger anticipa alcuni dei nuovi strumenti finanziari che verranno discussi in questi mesi a partire dalla proposta di reindirizzare i proventi dell’ETS, il mercato di carbonio comunitario, al budget europeo piuttosto che a quelli nazionali. Ma l’idea più interessante appare senza dubbio quella di istituire una tassa sulla plastica come disincentivo all’utilizzo, un nuovo tributo che potrebbe, secondo il commissario, rispondere contemporaneamente a due problemi: quello di reperire nuove risorse per il bilancio e quello di diminuire i rifiuti polimerici.

 

Oggi molti dei rifiuti degli imballaggi in plastica sono, per tradizione, portati su mercati esteri, Cina in primis, per il recupero delle materie prime seconde e il processamento. Ma con la decisione della Repubblica popolare di chiudere i confini alla spazzatura straniera, l’Europa si trova a dover fare i conti con un consumo eccessivo a cui non segue un tasso di riciclo altrettanto elevato. “Dal 1 gennaio la Cina ha chiuso il mercato ai rifiuti plastici, non accetterà più plastica per il riciclo.  Nell’interesse dei nostri oceani, del Mar Baltico, del Mar mediteranno, del mare del Nord e dell’Atlantico e di tutti gli organismi che li popolano, […] dobbiamo assicurarci di ridurre la quantità di plastica utilizzata in Europa”, ha affermato Oettinger. La proposta tributaria farà parte di un pacchetto di misure più ampio che verrà discusso la prossima settimana, tuttavia il commissario ha spiegato di non aver ancora definito i dettagli, se la tassa debba essere applicata ai consumatori o ai produttori, e a quale tasso.

 

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