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I target 2030 su rinnovabili ed efficienza in serio pericolo

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(Rinnovabili.it) – È una vera mina vagante il documento girato tra gli stati membri e scritto dalla Repubblica Ceca. Contiene una proposta indecente: svuotare gli impegni per il 2030 in tema di cambiamento climatico tramite una furbizia: invece di impostare il raggiungimento dei target del 27% di energie rinnovabili e il 30% di efficienza energetica sulla base di progressi lineari e sotto-obiettivi da raggiungere ogni anno, Praga propone l’approccio “del corridoio”. In pratica, i paesi potrebbero incamminarsi verso gli obiettivi 2030 senza dover raggiungere soglie precise anno per anno, ma beneficiando di una flessibilità che permette di deviare dalla traiettoria. Questo potrebbe portare ad impegni più ambiziosi, ma in generale sembra più che altro una scappatoia che garantisce di non rispettare la proposta europea 2021-2030 su cui si è fondata la posizione dell’Unione al tavolo della COP 21. Se adottato, l’approccio del corridoio darebbe il destro per mancare legalmente gli impegni di Parigi a tutti quei paesi poco inclini alla transizione energetica.

Se gli stati membri resteranno all’interno del corridoio, propone la Repubblica Ceca, non serviranno infatti misure addizionali, anche qualora i loro sforzi si fermassero nel 2030 ad un punto più basso rispetto alla traiettoria lineare.

 

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La traiettoria vincolante inserita nella legislazione dalla Commissione Europea è dunque in bilico, e qualcuno potrebbe decidere di darle la spinta finale durante la prossima settimana. Bruxelles aveva deciso di cambiare approccio dopo aver visto che il meccanismo del corridoio sta portando alcuni paesi a mancare gli obiettivi 2020. Se passasse questo approccio anche per il periodo successivo, potrebbe rallentare gli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica, spostandoli più verso la parte finale del prossimo decennio.

Secondo ENDS Europe, portale ben informato sulle politiche europee, la proposta della Repubblica Ceca avrebbe il favore di alcuni paesi lontano dai target, come Olanda e Regno Unito. Ma a promuovere l’idea del corridoio è anche l’insospettabile Francia, che pubblicamente si fregia di essere il paese trainante in Europa dopo l’Accordo di Parigi.

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