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Svizzera: un referendum dice basta al carbone, anche se all’estero

Svizzera: un referendum dice basta al carbone, anche se all’estero(Rinnovabili.it) – Un altro No al carbone. Dopo quelli pronunciati in questi giorni da grandi enti di finanziamento e da Paesi come gli Stati Uniti e la Norvegia, a pronunciare la parola “basta” sono oggi gli elettori del Cantone dei Grigioni; attraverso un referendum popolare i cittadini svizzeri si sono infatti espressi contro gli investimenti nell’energia sporca, anche quando questa non riguardino direttamente il loro territorio, bensì l’estero.

Una decisione, spiega il WWF accogliendo con favore la notizia, che avrà effetto anche in Italia, dove l’elvetica Repower è promotrice del progetto di centrale a carbone a Saline Joniche. Il Governo e il Gran Consiglio hanno ora l’obbligo di fare in modo che la società, a partecipazione statale, rinunci al progetto italiano nonostante l’autorizzazione concessa dall’ex-governo Monti. “E’ una gran bella notizia – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italiache permetterà finalmente di porre fine all’anomalia di una centrale decisa in Svizzera, avversata dalla popolazione calabrese e, inspiegabilmente, favorita da un governo (Monti) che diceva di richiamarsi alle politiche europee di decarbonizzazione. Certo, c’è da aggiungere che era ‘spiegabilmente’ vista di buon occhio dagli affaristi e anche dalle cosche mafiose (come dimostrano recenti intercettazioni della magistratura)”.

 

L’esito referendario ha deciso non solo di interdire tutti i futuri investimenti in progetti a carbone tramite aziende con compartecipazione cantonale ma anche che Cantone e imprese debbano  investire in energie pulite e sicure. La speranza del WWF è che presto anche a Reggio si facciano piani per favorire le energie pulite e le vocazioni del territorio. “ L’Italia – continua Midulla – non ha alcun bisogno né di Saline né di nuove centrali, visto che i produttori lamentano la scarsa domanda di energia e visto che siamo di fronte a una overcapacity spropositata (la potenza istallata in Italia è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto). La decisione della popolazione dei Grigioni costituisce una lezione di coerenza: il cambiamento climatico non si ferma pensando sempre che qualcun altro farà la sua parte e continuando a pompare anidride carbonica nell’atmosfera: cominciamo anche noi a pensare futuro”.

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