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Se lo sviluppo sostenibile passa per un commercio verde

Se lo sviluppo sostenibile passa per un commercio verde(Rinnovabili.it) – In un mondo sempre più interconnesso, dove vengono scambiati ogni anno migliaia di miliardi di dollari in beni e servizi, la rapida espansione del mercato  low carbon e de prodotti compatibili può aprire nuove e importanti opportunità.

A elencare la potenzialità del business verde sono le Nazioni Unite attraverso il proprio Programma ambientale (UNEP) e il rapporto Green Economy and Commercio – Tendenze, sfide e opportunità. Il rapporto analizza sei settori economici – agricoltura, pesca, foreste, produzione, energie rinnovabili e turismo – dove esistono opportunità commerciali, e identifica le misure, quali riforme politiche e schemi di certificazione, che possono aiutare i paesi in via di sviluppo a beneficiare di questi mercati.

“La transizione verso un’economia verde può favorire nuove opportunità commerciali, che a sua volta contribuirebbero a rendere il commercio mondiale più sostenibile”, spiega Achim Steiner, direttore esecutivo dell’UNEP. “Allo stesso tempo, il commercio di beni e servizi ambientali è chiaramente un settore in cui molti paesi in via di sviluppo hanno un vantaggio competitivo. Con le giuste politiche e regimi di prezzo, i paesi in via di sviluppo potrebbero dare una mano fondamentale a guidare la transizione globale verso un’economia più sostenibile”.


Nonostante rappresenti ancora solo una piccola percentuale del mercato globale, il commercio di prodotti certificati e di beni e servizi ambientali sta progressivamente aumentando. Ad esempio, si prevede che il settore delle tecnologie low carbon e dell’efficienza energetica possa quasi triplicare entro il 2020, raggiungendo un volume di 2,2 miliardi di dollari. “Se vogliamo invertire il declino della biodiversità, ridurre il rilascio di gas a effetto serra, fermare il degrado terrestre e proteggere i nostri oceani, allora è un imperativo che il commercio internazionale diventi più sostenibile e contribuisca a proteggere quel ‘capitale naturale’ in possesso delle economie in via di sviluppo”. Alcune delle tendenze evidenziate nella relazione illustrano questo potenziale. Per esempio:

 

 

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