(Rinnovabili.it) – “La più importante riforma della nostra generazione”. Così il primo ministro svedese Stefan Lofven ha definito ieri la Klimatreform, il provvedimento con cui la Svezia si impegna a diventare carbon neutral entro il 2045. La legge sta per essere approvata dal parlamento di Stoccolma e dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2018.
Il paese scandinavo ha come obiettivo quello di abbattere le emissioni di gas serra dell’85% rispetto ai livelli del 1990. Una decisione che si era già affacciata nelle stanze della politica svedese all’indomani dell’approvazione dell’Accordo di Parigi. A febbraio 2016 sette degli otto partiti rappresentati in parlamento avevano sottoscritto un accordo per accelerare la transizione. Secondo i piani precedenti, la Svezia doveva diventare clima-neutrale entro il 2050, ma non erano ancora state definite nello specifico le modalità.
La riduzione netta delle emissioni sarà raggiunta con politiche riguardo l’incentivazione della mobilità sostenibile e la trasformazione del settore dei trasporti, soprattutto tramite auto elettriche e biofuel. Quanto al mix energetico, già oggi la Svezia ottiene l’80% dell’energia di cui ha bisogno da idroelettrico e nucleare, ma nel prossimo futuro dovrebbero arrivare ingenti investimenti nell’eolico. Per diventare effettivamente carbon neutral, il restante 15% di emissioni da abbattere non sarà ottenuto con una riduzione reale della CO2 immessa in atmosfera, ma con investimenti in progetti all’estero che agiscano da compensazione.
Dal momento in cui entrerà in vigore, la legge obbligherà il governo a fornire un report sulle politiche climatiche ogni anno, insieme alla legge finanziaria. In parallelo, l’esecutivo dovrà stilare dei carbon budget con i passi specifici che intende compiere per centrare tutti gli obiettivi intermedi e rispettare la tabella di marcia prevista dalla riforma. Per quanto riguarda le emissioni non comprese all’interno del sistema dell’ETS europeo, i tagli dovranno arrivare al 63% nel 2030 e al 75% nel 2040 (rispetto ai livelli del 1990). Le emissioni dei trasporti interni (ad eccezione dei voli interni, già compresi nell’ETS) dovranno essere ridotte del 70% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010.