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L’UK vota i sussidi al petrolio nel Mare del Nord

Il Regno Unito approva sgravi fiscali per la ricerca di petrolio nel Mare del Nord. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra

North Sea oil rig

 

(Rinnovabili.it) – Il denaro dei contribuenti andrà a foraggiare direttamente le esplorazioni per il petrolio che l’industria di Aberdeen conduce nel Mare del Nord. Lo ha annunciato ieri Danny Alexander, segretario al Tesoro britannico.

La promessa di dare un sostegno finanziario alle indagini sismiche ha portato all’imposizione di una serie di sgravi fiscali e altri sussidi proposti dal governo, nel tentativo di fermare il crollo delle trivellazioni e porre rimedio al calo della produzione.

Le mosse sono state accolte con giubilo dall’industria, ma criticate dagli ambientalisti.

 

Alexander si è difeso sottolineando la necessità di dare un sostegno mirato al petrolio e al gas scozzese con riduzioni fiscali e altri interventi.

«Stiamo dando incentivi e lavorando con l’industria per sviluppare nuove opportunità di investimento e sostenere nuove aree di esplorazione. Ciò contribuirà a garantire una crescita industriale e un contributo del settore all’economia», ha spiegato.

Anche altri paesi impegnati nella ricerca di idrocarburi nel Mare del Nord, tra cui la Norvegia e l’Olanda, forniscono “incentivi sismici”. Ma lo strumento è del tutto nuovo nel Regno Unito.

 

Mike Tholen, direttore commerciale della lobby britannica Oil & Gas, ha detto che le facilitazioni saranno di entità trascurabile: pochi milioni di sterline e non miliardi, che inoltre sarebbero destinati a settori che altrimenti non potrebbero venire esplorati.

«Finanziariamente parlando si tratta di un’inezia, ma è comunque un segnale importante perché è il governo finalmente fa seguire i fatti alle parole».

 

Friends of the Earth ha replicato però che trova sorprendente la volontà del governo di spremere quanto più petrolio possibile dal Mare del Nord, mentre la comunità internazionale sta cercando di concordare un piano globale ai colloqui sul clima della COP20 di Lima, per scongiurare la minaccia di catastrofici cambiamenti climatici.

Craig Bennett, direttore politico e delle campagne dell’organizzazione, ha puntato il dito: “Questo è analfabetismo ambientale ed economico di primissimo ordine. I ministri devono abbandonare la loro ossessione per i combustibili fossili e costruire un’economia pulita per il futuro, basata sull’efficienza energetica e le enormi risorse rinnovabili della nazione».