Per risparmiare risorse importanti in un momento di magra, ridurre i sussidi ai combustibili, 200 miliardi l’anno, sarebbe una misura auspicabile
(Rinnovabili.it) – Ci sono ampi margini per un ulteriore e più coraggioso taglio dei sussidi ai combustibili fossili. Stavolta a dirlo non sono le associazioni ambientaliste, ma l’Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico (OCSE).
Una riduzione delle sovvenzioni dannose per il petrolio, il carbone e il gas naturale dovrebbe permettere ridurre l’inquinamento atmosferico, risparmiare denaro e aiutare il passaggio a fonti di energia rinnovabili anche prima della COP 21 di Parigi, sostiene l’organizzazione.
I dati aggiornati appena diffusi raccontano di una montagna di denaro che ogni anno – tra il 2010 e il 2014 – i governi destinano a industrie dell’energia nociva: questa cifra oscilla fra i 160 e i 200 miliardi di dollari nei 34 Paesi OCSE e in Cina, India, Brasile, Russia, Indonesia e Sudafrica. Soldi che vanno soprattutto a ingrossare le tasche delle aziende specializzate in prodotti petroliferi.
«Vi è ampio margine per risparmiare risorse scarse di bilancio e migliorare le economie avanzate ed emergenti», ha detto Angel Gurria, segretario generale dell’organizzazione.
Il supporto economico alle fossili sembra aver intrapreso un crinale in discesa, dopo aver toccato i massimi due volte, nel 2008 e nel 2011-12. Il G20 ha concordato ormai nel lontano 2009 di eliminare gradualmente tali sovvenzioni per i combustibili meno efficienti, ma i tagli sono troppo poco incisivi. Proprio l’OCSE ha cercato per più di un anno di raggiungere un accordo che preveda una graduale eliminazione dei sussidi al carbone, ma durante le trattative in Francia della scorsa settimana non è riuscita ad ottenere un accordo. I negoziati riprenderanno il 16 novembre, sempre più vicini all’apertura della Conferenza sul clima, che si annuncia tutta in salita anche da questo punto di vista.